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Eterno Romanzo Criminale

Arriva su Netflix Suburræterna, spin-off della serie Suburra, mentre Sky ha appena annunciato due nuove serie entrate in produzione, i prequel di due storici brand come Romanzo Criminale e Gomorra. Tutte e tre le serie sono prodotte da Cattleya e, come vedremo, non è un caso.

L’eterno Romanzo Criminale italiano delle serie Tv non ha nessuna intenzione di finire. Il Potere, il Male, il Crimine sono nella natura dell’uomo e non tramontano mai. E così per le grandi serie crime c’è sempre una grande richiesta: sono storie che non possono mai finire e nelle quali amiamo specchiarci per guardare, e quindi esorcizzare, il nostro lato oscuro. Le serie Tv di questo tipo sono il racconto epico dei nostri giorni: i protagonisti sono figure terrene, legate alla realtà delle nostre città, ma allo stesso tempo archetipiche, simboliche, tragiche, che potrebbero essere nate dalla penna di Shakespeare. Suburӕterna, lo spin-off della serie Suburra, è stato presentato alla Festa del Cinema di Roma ed è disponibile in streaming dal 14 novembre su Netflix. Mentre Sky ha appena annunciato due nuove serie entrate in produzione, i prequel di due storici brand come Romanzo criminale e Gomorra. Tutte e tre le serie sono prodotte da Cattleya e, come vedremo, non è un caso.

Suburræterna: da Berlino a Roma

Suburrӕterna inizia tre anni dopo la terza stagione di Suburra, a Berlino. È qui che ora si trova Spadino (Giacomo Ferrara), l’erede della famiglia Anacleti, che una volta dominava il crimine di Roma e che ha deciso di cambiare vita. È in Germania, dove fa il deejay nei locali notturni, e finalmente ha un compagno, e così può esprimere la sua sessualità. È cambiato: non ha più il taglio di capelli con la cresta e le rasature, ma dei lunghi capelli lisci pettinati da un lato. Veste di nero, con giacche e cappotti eleganti. Un fatto accaduto a Roma lo riporterà indietro, a fare i conti con la sua vita passata. Angelica (Carlotta Antonelli), la sua ex moglie, ora è spostata con Damiano, il quale viene da un’altra famiglia criminale, i Luciani, che sta preparando una resa dei conti che coinvolgerà gli Anacleti e il clan di Ostia. Quest’ultimo, dopo la morte di Aureliano, è tenuto in piedi da Nadia (Federica Sabatini). La politica è rappresentata da un nuovo consigliere comunale assetato di potere e soldi, Ercole Bonatesta. E la Chiesa da un cardinale di origine sudamericana che vuole sovvertire l’ordine delle cose: un nuovo Sindaco e forse un nuovo Papa. Ma tutti dovranno fare i conti con il temibile Amededo Cinaglia (Filippo Nigro), ex politico che lavora nel mondo delle cooperative ma che di fatto è il nuovo Samurai.

Suburra non è un luogo geografico, ma uno stato umano

Suburra ha un posto speciale tra i romanzi criminali all’italiana. Ce lo spiega bene proprio Filippo Nigro, sempre più anima nera della serie con il suo Cinaglia. “Suburra non è solo un luogo geografico, ma uno stato umano”, spiega. “Di realizzare uno stadio per la Roma se ne parla dall’’82, c’è l’ambizione dell’Expo, delle Olimpiadi e così via. Eventi reali in cui le persone si possono riconoscere e per le quali si possono anche incazzare, che vivano a Roma o meno”. “Suburra è un crime ma non un true crime”, aggiunge Fabrizio Bettelli, head writer della serie. “È solo ispirato a elementi della realtà, ma con sufficiente facilità potrete ritrovare elementi delle criminalità romana”. Il segreto del mondo di Suburra è questo: un senso di vita reale in cui si ritrovano l’attualità da un lato, gli archetipi delle grandi storie crime dall’altro. In questo caso il modello è quello che viene da Il padrino di Francis Ford Coppola: il figlio che vuole cambiare vita e scappare dal mondo criminale, ma che il destino, gli eventi e il ruolo designato riportano irreversibilmente verso il Male e il potere. È quello che accadeva al Michael Corleone di Al Pacino dopo la morte di Don Vito Corleone. Lo Spadino di Giacomo Ferrara sarà il centro di questa storia.

Cattleya: serialità nell’ambito dei generi in cui il cinema italiano è stato grande

A produrre c’è ancora Cattleya, che ha una linea editoriale ben precisa: realizzare serialità nell’ambito dei generi in cui il cinema italiano è stato grande. Così quello che oggi chiamiamo crime è l’erede del poliziottesco italiano degli anni ’70. E infatti Suburra arriva dopo Romanzo Criminale e Gomorra, prodotte da Cattleya per Sky. Riccardo Tozzi, presidente di Cattleya, ha intuito per primo che la serialità in Italia potesse essere qualcosa di diverso. Era il 2008 e su Sky arrivava Romanzo Criminale – La serie. “Quando uno sta in un paese un po’ arretrato ha il privilegio di conoscere il futuro: succederà quello che succede nei Paesi più avanzati”, ci aveva raccontato qualche tempo fa. “In America era nata questa nuova serialità, quella de I Soprano, legata a servizi nuovi, come le pay-tv, e ci è parso che non fosse della stessa pasta della fiction. Ci interessava per il linguaggio, la ricchezza drammaturgica, il grande spazio che riservava alla creatività della produzione. Quando Sky ha aperto le porte dicendo che voleva fare una produzione in stile HBO, ci siamo lanciati con Romanzo criminale, un crime postmoderno dove si indagano i cattivi. È stata una rivoluzione”. Cattleya continua a creare serie di genere, in cui il cinema italiano era grande. “Il genere è un codice che aiuta molto dal punto di vista narrativo”, riflette Tozzi, che ha prodotto lo spin-off italiano della serie Prime Video, Citadel: Diana.

Un capitale di personaggi e storie che sono patrimonio collettivo

Suburrӕterna, questa nuova serie, uno spin-off di Suburra – La serie, è una scelta strategica molto particolare da parte di Netflix. Il colosso dello streaming, infatti, aveva chiuso Suburra – La serie piuttosto frettolosamente, con una terza stagione di soli sei episodi che sembrava aver accelerato il compimento di alcuni degli archi narrativi della storia. Ora ritorna in quell’universo narrativo con una produzione nuova, un nuovo titolo, dichiara di voler fare uno spin-off. Ma questa potrebbe essere tranquillamente la quarta stagione di Suburra – La serie. “C’erano personaggi vivi e per un crime era già un punto di partenza”, ci ha spiegato Ilaria Castiglioni di Netflix. “C’era un capitale di personaggi e storie che il pubblico ha amato e che sono patrimonio collettivo a Roma, in Italia e fuori. Abbiamo voluto espandere l’universo basato su quel capitale di personaggi e storie. Questo anche per il fatto che Suburra in Italia per noi è stata la prima volta, è stato il primo originale italiano di Netflix su cui sentivamo c’era la possibilità di fare questa operazione. Il mondo umano di queste storie, questi personaggi non risolti con la terza stagione, aveva ancora qualcosa da raccontare”.

Roma: l’unica città in cui c’è dialettica tra strada, politica e Chiesa

Suburra, Gomorra, Romanzo criminale sono tutte storie tratte da famosi romanzi (nel caso di Suburra è di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini), e in qualche modo nate dalla realtà prima di essere romanzate. E sono tutte vicende che hanno a che fare con la ricerca del potere. Che, anche in questa Suburrӕterna, è centrale, e che a Roma è però diverso dagli altri luoghi. “Il tema principale è il potere”, spiega Gina Gardini, produttrice di Cattleya. “Chi lo ha, chi ne ha bisogno e chi lo vuole prendere. È stata la nostra stella polare in tutti gli sviluppi di Suburra. È un tema universale. Ma è anche particolare, su Roma. È l’unica città in cui c’è questa dialettica tra la strada, la politica e la Chiesa. Per questo le storie che racconti in quel mondo non possono finire mai”. Suburrӕterna rimette in gioco alcune figure che avevamo conosciuto nelle tre stagioni di Suburra e le mette in relazione a nuovi protagonisti del crimine, appena arrivati e quindi più affamati di loro. “È stato come ritrovare dei vecchi amici che avevamo cresciuto”, racconta Fabrizio Bettelli, head writer della serie. “Erano nel romanzo e nel film, ma in una serie di 10 puntate – com’era la prima stagione – li abbiamo svezzati, modellati, sentiti particolarmente nostri. Abbiamo trovato dei vecchi amici cambiati, sono sopravvissuti a Suburra – La serie e sono in parte diversi. Sono passati degli anni. È questo è un elemento di fascino: vedere personaggi iconici trasformarsi”. “Il vuoto dei personaggi mancanti è colmato da mondi nuovi”, continua. “Il concept è sempre quello della tripartizione di mondi – il mondo alto, il mondo di mezzo e quello basso – che lottano per il potere. Si volta pagina, si incontrano i vecchi personaggi, e i nuovi hanno più fame, uno sguardo più famelico. Ma alcuni tornano, altri nel loro cambiamento devono guardarsi le spalle da questi lupi giovani. L’arena si complica e i mondi si moltiplicano”.

I prequel di Romanzo criminale e Gomorra

Ma anche gli altri Romanzi criminali sono eterni. Sky ha da poco annunciato che sono entrati in produzione, ancora insieme a Cattleya, i prequel di due serie amatissime, Romanzo Criminale e Gomorra. Due titoli su cui Sky ha puntato quando ancora in Italia si parlava solo di fiction e non di serie Tv, e che hanno contribuito a dare il via alla nuova serialità italiana, quella fatta con il linguaggio del cinema. La origin story di Romanzo Criminale – La serie si concentrerà sugli anni precedenti all’ascesa della Banda della Magliana: una storia di criminalità romana che si colloca prima delle vicende raccontante nelle due stagioni della serie ma che si aggancia ai suoi personaggi. Torna anche la più internazionale delle serie Tv italiane, Gomorra, venduta in oltre 190 territori nel mondo. Al quinto posto nella classifica del New York Times fra le serie Tv non americane più importanti del decennio 2010-2020, la serie Sky Original ispirata dal bestseller di Roberto Saviano continuerà il suo viaggio su scala globale con un prequel che racconterà l’ascesa criminale del boss Pietro Savastano, da quando era solo un ragazzo di strada fino a diventare il più importante e spietato boss di Napoli.

Romanzo Criminale e Gomorra hanno riscritto le regole della serialità italiana

“Romanzo Criminale e Gomorra hanno riscritto le regole della serialità italiana”, ha dichiarato Nils Hartmann, EVP Sky Studios per l’Italia. “Se la fiction si è fatta serie Tv, in Italia, è stato proprio grazie a Romanzo Criminale che ha aperto una strada nuova e mai battuta prima, e a Gomorra che, forte di quell’esempio, ha percorso quella stessa strada per andare ancora più lontano. Con Cattleya li abbiamo immaginati e quindi prodotti mettendo in campo valori produttivi tipicamente cinematografici fino ad allora impensabili per un prodotto Tv, perché potessero trovare posto fra i migliori titoli hollywoodiani ed europei. Parlando la lingua della miglior serialità internazionale, attraverso un racconto di genere universale hanno conquistato milioni di fan in tutto il mondo, facendo emergere talenti all’epoca perlopiù quasi esordienti, oggi vere e proprie star della Tv e del cinema italiani. Con questi due nuovi progetti andremo a espandere i mondi di queste due storie amatissime, tornando alle nostre origini più identificative ma con un occhio rivolto al futuro. Oggi abbiamo la stessa energia di quindici anni fa e sicuramente lo stesso coraggio. Ma sarà un racconto nuovo, il mondo è cambiato rispetto a quando abbiamo cominciato, quindi puntiamo a costruire qualcosa di innovativo”. “Queste serie si sono sedimentate e sono rimaste nell’immaginario italiano e internazionale”, ha aggiunto Riccardo Tozzi, fondatore di Cattleya. “Credo siano state alla base della nascita della nuova serialità italiana. Il mondo che raccontano è ancora pieno di potenzialità, curiosità e cose inesplorate, quindi l’idea di poterci tornare sopra per me è stata un po’ una chiamata alle armi. I film e le serie che piacciono, lo fanno perché hanno un cuore, un’anima. L’anima di Romanzo Criminale è la ribellione giovanile, una potenza vitale, trascinante che va mantenuta. Mentre per Gomorra è lo spirito tragico shakespeariano, una struttura drammatica in cui il pubblico si sente abbracciato e che credo debba rimanere”. “Le serie inaugurate da Sky non hanno niente a che vedere con la fiction, la fiction è figlia della televisione e della radio”, ha aggiunto Riccardo Tozzi. “Questa nuova serialità è figlia del cinema. È roba nostra. È quindi anche la parte cinematica, spesso poco attenzionata, è molto importante e, secondo me, ha indotto un cambiamento anche nel linguaggio del cinema”.