La comunicazione del futuro: come l’intelligenza artificiale potrebbe cambiare (e migliorare) il modo di comunicare e il lavoro dei PR - MEDIAKEY
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La comunicazione del futuro: come l’intelligenza artificiale potrebbe cambiare (e migliorare) il modo di comunicare e il lavoro dei PR

Il futuro della comunicazione è adesso. L’intelligenza artificiale ha cambiato radicalmente molti settori, anche quelli del marketing e delle pubbliche relazioni. Oggi, proprio grazie all’AI, abbiamo a disposizione strumenti che fino a pochi anni fa erano inimmaginabili.

“L’intelligenza artificiale – spiega Elena Sandre, CEO di Communikey, agenzia specializzata in progetti di comunicazione integrata che strizza l’occhio al mondo digital – ci permette di comunicare in maniera più efficiente, rapida e precisa. Pensiamo, ad esempio, ai chatbot che possono interagire con i clienti online e fornire le informazioni, agli assistenti vocali che ci aiutano a prendere appunti o fare una ricerca online o ancora a tutte le infinite applicazioni della realtà virtuale e della realtà aumentata per far vivere esperienze immersive agli utenti. Ma c’è un altro ambito che può davvero trarre vantaggio grazie all’implementazione dell’AI: le pubbliche relazioni e, in generale, la comunicazione”.

AI & pubbliche relazioni, una relazione vincente? Certamente sì! I robot ruberanno il lavoro dei comunicatori? Saranno tutti sostituiti dalle macchine? Certamente no, non c’è alcun rischio perché la relazione umana, soprattutto in un ambito delicato come quello della comunicazione (tra azienda e clienti, tra PR e giornalisti, tra professionisti e manager) sarà sempre fondamentale e nessun computer, per quanto evoluto, potrà mai sostituirsi all’uomo.

“L’intelligenza artificiale – prosegue Elena Sandre – sta iniziando a darci una grossa mano nella gestione di alcune attività. Ad esempio, quasi ogni giorno, chiediamo a Chat GPT di indicarci le notizie più battute e i trend a livello di PR, elementi molto utili quando dobbiamo pensare a una proposta di comunicato e/o di intervista per i nostri clienti. Noi, in agenzia, continuiamo a leggere quotidiani, agenzia di stampa o magazine ogni giorno, ma non possiamo negare che i robot ci diano una grossa mano per mettere insieme fonti che, solo con i nostri occhi, non saremmo in grado di intercettare. Un altro grande aiuto riguarda la correzione di eventuali errori ortografici e refusi che possono inevitabilmente sfuggire e, ancora, non possiamo dimenticare la capacità delle macchine di presentare, in maniera razionale, dati raffinati che possono accendere idee e pensieri nella mente umana di chi fa questo mestiere”.

Anche in fase di preparazione di un’intervista, l’AI può essere un valido alleato perché è in grado di fornire, anche se in maniera non esaustiva, le domande più frequenti o le informazioni più diffuse su un determinato tema e questo ci aiuta a preparare al meglio la persona che, grazie al lavoro di ufficio stampa, sarà intervistata da un giornalista o parteciperà ad un evento o a una trasmissione radiofonica o televisiva. Un lavoro che poi andremo ad integrare ad hoc per ogni occasione, ma con un notevole risparmio di tempo in fase preliminare.

“A questo – conclude Elena Sandre – serve l’intelligenza artificiale, ad usare meglio il nostro tempo, ad essere più creativi. Non dobbiamo certo pensare che strumenti come Chat GPT possano violare le basilari norme legati alla privacy perché non potranno fornire indirizzi e numeri di telefono dei giornalisti, giusto per fare un esempio pratico e concreto. Ed è proprio qui che entrano in gioco il ruolo del PR e le sue indispensabili competenze perché, non dimentichiamolo, il vero valore delle PR sono anche e soprattutto le relazioni. Insomma, come tutti gli strumenti, bisogna imparare ad utilizzarli al meglio senza farsi sopraffare dalle mode o dalle paure”.