REPORT SOFI 2025 | AZIONE CONTRO LA FAME: “I PROGRESSI DEL 2024 DIMOSTRANO CHE LA FAME SI PUÒ SCONFIGGERE, MA LE SCELTE POLITICHE SU AIUTI E CONFLITTI TRACCIANO UNO SCENARIO IN DIREZIONE CONTRARIA” - Media Key
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REPORT SOFI 2025 | AZIONE CONTRO LA FAME: “I PROGRESSI DEL 2024 DIMOSTRANO CHE LA FAME SI PUÒ SCONFIGGERE, MA LE SCELTE POLITICHE SU AIUTI E CONFLITTI TRACCIANO UNO SCENARIO IN DIREZIONE CONTRARIA”

Nel 2024, è diminuito il numero delle persone che soffrono la fame nel mondo: un segnale chiaro che la fame non è una tragedia naturale, ma un fenomeno prevenibile e governabile;

Nonostante il calo, i livelli di insicurezza alimentare restano più alti rispetto al periodo pre-pandemico e lontani dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) dell’Agenda 2030;

Il rapporto non prende ancora in considerazione gli effetti delle decisioni politiche più recenti, come i tagli agli aiuti umanitari da parte di USAID e di altri governi europei.

Il nuovo rapporto SOFI (Stato della Sicurezza Alimentare e della Nutrizione nel Mondo), pubblicato da cinque agenzie delle Nazioni Unite, restituisce un quadro con luce e ombre. Nel 2024, il numero di persone che soffrono la fame è sceso a 673 milioni (in un intervallo compreso tra 638 e 720 milioni), pari all’8,2% della popolazione mondiale. Un dato positivo, che accogliamo con favore e che dimostra che la fame si può governare e si può ridurre.

D’altra parte, occorre considerare che i numeri restano inaccettabili: livelli superiori a quelli pre-pandemici e lontani dal raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030. Inoltre, dietro questi numeri si celano anche forti disparità regionali e situazioni allarmanti, in particolare in Africa e nelle aree colpite da conflitti, come Gaza, dove la fame resta una minaccia quotidiana.

Da sottolineare che il rapporto SOFI si basa su una fotografia del 2024 e non include gli effetti dei recenti tagli agli aiuti umanitari da parte di USAID e di altri governi europei. Uno studio pubblicato il 1° luglio 2025 sulla rivista scientifica The Lancet — una delle più prestigiose e autorevoli testate mediche a livello globale — lancia un allarme drammatico: senza un’inversione di rotta, entro il 2030 potrebbero morire ogni anno 14 milioni di persone a causa della fame, di cui 4,5 milioni sono bambini sotto i 5 anni.

“La fame non è una tragedia naturale, ma una conseguenza diretta di scelte politiche. Non è il risultato della scarsità, ma dell’inerzia. Quando ancora 673 milioni di persone non hanno abbastanza da mangiare, non possiamo parlare di vero progresso: possiamo solo parlare di fallimento collettivo. Il recente taglio agli aiuti da parte di molti governi è, tra l’altro, una condanna scritta per milioni di persone. Il cibo non è un lusso, è un diritto. Se vogliamo davvero raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030, dobbiamo smettere di considerare l’indifferenza un’opzione politica accettabile. Serve più coraggio e più risorse per restituire dignità, non solo calorie” – dichiara Simone Garroni, Direttore Generale, Azione Contro la Fame.

Indicatore
Valore (dati al 2024)
Persone che soffrono la fame nel mondo
673 milioni (8,2% della popolazione)
Persone denutrite in Africa
306,5 milioni (1 su 5)
Persone in insicurezza alimentare moderata o grave
2,3 miliardi (28% della popolazione)
Bambini sotto i 5 anni colpiti da malnutrizione cronica
150,2 milioni (23,2%)