L’ultima edizione del Premio CULTURA + IMPRESA fotografa la sinergia sempre più evoluta tra cultura e aziende: un binomio strategico per il futuro e nuovo motore dell’innovazione sociale.
Oggi le imprese vedono nell’arte e nella cultura non solo un mezzo per rafforzare la propria reputazione o costruire storytelling autentici ma anche una leva strategica per il benessere delle comunità e per la valorizzazione del capitale umano. L’‘Arts Factor’ – questa la definizione coniata dal Comitato CULTURA + IMPRESA – diventa, così, una componente essenziale dell’identità aziendale evoluta. È in sintesi il senso delle parole espresse da Francesco Moneta, Presidente del Comitato, a margine della XII edizione del Premio CULTURA + IMPRESA, il principale riconoscimento nazionale dedicato ai progetti che sanno incrociare cultura, impresa, innovazione e territorio.
Oltre a fotografare un ecosistema in fermento – dove la cultura si conferma terreno fertile per nuove forme di responsabilità sociale, branding esperienziale e welfare territoriale – l’edizione 2025 ha confermato come il dialogo tra operatori culturali pubblici e privati, aziende, fondazioni e agenzie creative sia sempre più centrale per lo sviluppo sostenibile del Paese. Se c’è, infatti, un elemento che è emerso da tutti i progetti premiati, è la capacità di costruire relazioni generative tra ambiti diversi: artisti e imprenditori, enti pubblici e start-up, territori e grandi player, memoria e innovazione. Un dialogo che arricchisce non solo chi lo promuove ma l’intera comunità.
Tra questi, il Festival BergamoScienza.Intelligenze!, vincitore nella categoria Sponsorizzazioni e Partnership culturali, rappresenta un modello virtuoso in cui istituzioni, università e aziende convergono su un obiettivo condiviso: rendere la scienza accessibile, popolare e coinvolgente. A trionfare nella categoria Produzioni culturali d’impresa è stato il Premio Caputo, una mostra di giovani artisti con cui Mulino Caputo ha celebrato i suoi 100 anni. Un esempio riuscito di come le aziende possano trasformare anniversari e ricorrenze in piattaforme culturali di valore, capaci di generare contenuti e visioni durature.
Accanto ai vincitori, le Menzioni Speciali hanno premiato i progetti che meglio interpretano le tendenze emergenti. Tra questi spicca CARTA, il museo d’impresa di Rubbettino Editore in Calabria, un esempio eccellente di cultura industriale e innovazione educativa che dimostra come anche le PMI possano diventare centri propulsori di creatività e partecipazione civica. Di grande valore anche la menzione CCR – Corporate Cultural Responsibility, assegnata al Festival Internazionale del Cinema Nuovo, un progetto che valorizza la diversità e l’inclusione attraverso cortometraggi interpretati da persone con disabilità. È il segno che la cultura, se sostenuta dalle imprese in modo consapevole, può generare un impatto concreto nella costruzione di una società più giusta e coesa. Un’altra menzione degna di nota è quella dedicata alla Digital Innovation in Arts, assegnata alla Digital Exhibition – Archivi Olivetti. Un progetto che ha saputo restituire in chiave immersiva e accessibile il patrimonio storico e intellettuale di Olivetti, un marchio che ha fatto della cultura un pilastro del proprio Dna.
Progetti strategici che dimostrano quanto il mondo produttivo stia evolvendo verso una maggiore consapevolezza del proprio ruolo culturale. Le imprese non sono più solo sponsor, ma co-creatori di valore, incubatori di creatività e agenti di cambiamento sociale. L’adozione della cultura come asset strategico – dalle arti visive alla musica, dalla formazione alla memoria industriale – si afferma come un trend in crescita e non rappresenta più un’eccezione, ma la regola di un nuovo paradigma di sviluppo condiviso.

