“Non cerchiamo pupazzi”: debutta il 19 ottobre la campagna di field marketing creata da pe.pe - MEDIAKEY
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“Non cerchiamo pupazzi”: debutta il 19 ottobre la campagna di field marketing creata da pe.pe

Acronimo di people to people – proprio perché le persone sono alla base della sua mission – pe.pe è la brillante new agency che ha deciso di creare “non cerchiamo pupazzi”, una campagna di comunicazione destinata ad arrivare dritta alla Gen Z, che rappresenta il futuro del mondo del lavoro. “non cerchiamo pupazzi” scende in campo il 19 ottobre, giorno di inaugurazione del nuovo anno accademico di IED – l’istituto di Milano inclusivo e transdisciplinare che coltiva i giovani talenti nelle materie emergenti del mondo del lavoro, con particolare riferimento all’Industry della comunicazione. Un’inaugurazione aperta, in un luogo simbolo di Milano come l’Arco della Pace in Piazza Sempione, al fine di creare un momento unico di condivisione con la città, con ospiti istituzionali e di rilievo, per portare la formazione al centro del dibattito pubblico, guardando al confronto generazionale sui temi dell’identità e del lavoro. In sintonia con le tematiche di IED, sarà presente – dalle ore 10,30 alle ore 13,30 – anche il team di pe.pe agency che darà vita a un’azione sul campo decisamente unconventional, distribuendo speciali pack contenenti dei pupazzi con diversi messaggi creati per stabilire contatto e relazione con ogni ragazz*, stimolando una sua reazione sul tema.

Sono personaggi realizzati in forex, dal design flat e l’animo gender fluid, legati a specifici job role da agenzia – come Creative Strategist, Art Director e Content Writer – che ogni studente potrà “plasmare” a sua somiglianza o gusto, rendendoli così unici. “non cerchiamo pupazzi” immagina infatti una persona e tutte le sue naturali inclinazioni che matchano con la cultura dell’azienda in cui opera o opererà. Perché esistono tanti curricula uguali, tante competenze equiparate, tanti percorsi lavorativi simili, ma i candidati sono persone, tutte diverse, con le loro specificità irripetibili. Ed è questo il bello, il vero valore aggiunto della relazione professionale. La campagna, che nasce volutamente dalla strada proprio per entrare in contatto diretto con le istanze emergenti della società, vuole essere anche un’esortazione all’intero settore della comunicazione a non ragionare a compartimenti stagni, evitando di stereotipare eccessivamente i ruoli, iper verticalizzandoli secondo standard che non tengono conto delle caratteristiche personali, comprimendo la persona in un unico ruolo lavorativo. “Un messaggio, si sa, può essere trasmesso in moltissimi modi. – dichiara Federica Gianola – Co -Founder & Chief Creative Strategy Officer pe.pe – Noi abbiamo scelto la strada. La strada, se ci pensiamo, è il luogo in cui la società procede, muta, fa passi avanti e – ahimè – anche passi indietro. È un luogo di scoperta per le nuove generazioni, quello in cui impareranno a vivere. Lo street marketing ci è sembrato il mezzo migliore, la piazza dello IED il luogo più adatto per entrare in contatto diretto con quei giovani che, forse, domani lavoreranno con noi”.

E prosegue: “L’idea delle paperdoll nasce dalla volontà di lasciare qualcosa di fisico. In un mondo sempre più digitale, volatile ed effimero, abbiamo scelto di offrire agli studenti qualcosa da toccare, come una stretta di mano quando ci si conosce. Le nostre bambole non hanno un volto né un genere: sono una pagina bianca, una personalità da formare, modellare, sagomare. Ognuno potrà farlo attraverso una selezione di stickers, vestendo – di fatto – il suo pupazzo in base alle caratteristiche che sentirà più sue, o semplicemente in base al gusto. Una piccola esperienza di gamification (e nostalgia marketing) per dire che sì, l’unicità è un valore”. Tra gli obiettivi, anche quello di stimolare chi si occupa di HR all’ascolto, al fine di comprendere, proprio come avviene nelle relazioni personali, se il match persona-ambiente (di lavoro) è vincente, con l’intento di sollecitare il mercato del lavoro a investire sulle competenze trasversali e sulla capacità di riconoscerle prima e valorizzarle poi.

Sensibilizzare sull’importanza di capire chi si ha davanti, oltre alle competenze presenti sulla carta. Ma “non cerchiamo pupazzi” desidera anche porre l’attenzione sulla necessità delle aziende stesse di capire la società, essere connesse con i giovani e sviluppare una cultura inclusiva, coltivando una visione reciproca di benessere aziendale e personale. Un invito a non considerare i giovani come unico cluster, ma ad ascoltarli, capirli, saperli indirizzare e valorizzare in base alle proprie specificità, accompagnarli nella crescita personale e professionale. Perché l’azienda svolge un importante ruolo sociale. Un chiaro spunto di riflessione aperto sul tema dibattuto soft skill/hard skill: le soft skill non sono solo importanti in fase di conoscenza e inserimento, per garantire un ambiente sano ed equilibrato, ma sono rilevanti durante tutta la carriera lavorativa perché contribuiscono alla soddisfazione sul lavoro, alla crescita professionale e al successo stesso dell’azienda. Perché un’azienda è il risultato delle sue persone.

Per pe.pe è importante, quindi, (ri)accendere il focus su diversi temi caldi: inclusione, wellbeing, cultura aziendale, utilizzando un linguaggio semplice, diretto, senza mezzi termini, senza orpelli né filtri, fuori dagli stereotipi e controcorrente. Con un messaggio che è emblema stesso della sua identità. Una campagna che non vuole omologarsi, proprio perché è anche un incitamento alla non omologazione, a partire dalla persona stessa che si candida. Un invito a mostrarsi per quello che si è, non accontentarsi di rappresentare un ruolo e cercare il proprio posto nel mondo. “Non possiamo fare grandi progetti senza belle persone. Per noi la qualità dell’ambiente lavorativo è fondamentale, per questo cerchiamo sempre di scegliere la persona prima ancora del professionista.” 

I video della campagna on field al link: https://vimeo.com/user/72750951/folder/18186083