LE PAROLE SONO IMPORTANTI: LE LINEE GUIDA UNI PER LA COMUNICAZIONE INCLUSIVA - MEDIAKEY
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LE PAROLE SONO IMPORTANTI: LE LINEE GUIDA UNI PER LA COMUNICAZIONE INCLUSIVA

Prosegue il cammino di UNI – Ente Italiano di Normazione dedicato alla gender equality. Dopo la pubblicazione della UNI/PdR 125:2022, nata con l’obiettivo di avviare un percorso sistemico di cambiamento culturale nelle organizzazioni, è oggi disponibile il documento “Comunicazione inclusiva”: linee guida a supporto della parità di genere nel linguaggio di tutti i giorni.

Come diceva Nanni Moretti “le parole sono importanti” e lo sono ancora di più se si ha la consapevolezza di quanto ogni parola possa essere un veicolo di significati, pregiudizi e stereotipi.

Con l’obiettivo di contribuire concretamente a quel cambiamento culturale chi tutti auspichiamo, UNI si è impegnato nella realizzazione di un documento a supporto dell’inclusione e della parità di genere anche nel linguaggio partendo dalla propria comunicazione, dando il buon esempio. Un esempio che può essere replicato da qualsiasi organizzazione (scarica qui il documento: https://urly.it/3102f4)!

Ha iniziato ponendosi 2 domande semplici: cosa significa linguaggio neutrale? E soprattutto, come applicarlo nel lavoro e nel quotidiano?

La lingua italiana non prevede il genere neutro come invece alcune lingue del passato (il latino) o del presente (l’inglese). Inoltre, in un contesto storico e socioculturale non certo orientato al tema dell’inclusione, il linguaggio ha da sempre rappresentato un veicolo – anche inconsapevole – di una visione del mondo fortemente declinata al maschile. Lo testimoniano, ad esempio, i termini che designano i mestieri: sebbene la lingua italiana preveda la loro declinazione anche al femminile, l’utilizzo non è così usuale. Si dice che “suona strano”, quando invece si tratta di un pregiudizio legato a una cultura patriarcale che fatica a includere le donne, non solo nel linguaggio ma all’interno della società stessa.

Da qui l’esigenza di spingere le persone a un uso delle parole che rispecchi concretamente la parità di genere. Le linee guida contengono indicazioni utili e riferimenti a formule ed esempi pratici da usare correntemente nella realizzazione di ogni tipo di documento, con grande attenzione a evitare il sovraccarico linguistico (ad esempio la ripetizione dei sostantivi nei 2 generi) che scoraggia la lettura e l’uso di simboli (ad esempio asterisco e schwa) che potrebbero non essere leggibili dalle persone con disabilità.

L’intento di UNI è, dunque, quello di raccogliere la sfida per realizzare una società più inclusiva, passando anche attraverso il linguaggio e un modo “nuovo” e consapevole dell’utilizzo delle parole. Un linguaggio che non esclude, che non limita ma che anzi pone ogni persona al centro senza discriminazioni di genere, etnia o abilismo, che può contribuire a rompere quelli che sono i pregiudizi e gli stereotipi che le parole hanno costruito nel tempo.

UNI sottolinea come anche le immagini contribuiscono a rafforzare stereotipi e luoghi comuni: è importante saper diversificare ogni protagonista delle fotografie che vengono scelte per un determinato contenuto, che sia una copertina di una brochure o l’immagine di un articolo sul sito. Basta con le equazioni donna=lavori di casa/segretaria, uomo=lavori operaio/manager, persona straniera=lavori usuranti: i media ci hanno abituato a una serie di stereotipi che ormai sono interiorizzati nella società, ma che possiamo contribuire a decostruire utilizzando immagini diverse.

Secondo Gianna Zappi, Vice Direttrice Generale Sostenibilità e Valorizzazione UNI “Le parole vanno usate in modo consapevole e responsabile, tanto più da un’organizzazione come UNI che, attraverso la cura delle parole, fissa criteri e requisiti che creano modelli e comportamenti. Le parole contribuiscono a garantire inclusione, equità, pienezza di ruolo per ogni persona, indipendentemente dal suo genere, in un mondo fatto bene”.

“In Fondazione Libellula lo diciamo sempre: il linguaggio che usiamo è l’unico strumento che abbiamo sotto il nostro pieno controllo per contrastare le discriminazioni e creare una società più equa e rispettosa – dichiara Debora Moretti, Presidente di Fondazione Libellula – Anche quando non possiamo colmare il gender pay gap o rompere il soffitto di cristallo, possiamo con le nostre parole far sentire una professionista valorizzata sul posto di lavoro o evitare di sminuire un uomo che vuole occuparsi del lavoro di cura. Ringrazio quindi UNI, azienda del Network Libellula, per aver creato queste preziose e concrete linee guida”.