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KAWS diventa il primo ‘Artist in Residence’ di Uniqlo

Il brand giapponese di abbigliamento minimal porta a un livello successivo la sua strategia culturale ‘Art for All’, attraverso cui si prefigge di portare l’arte e la creatività nella vita quotidiana delle persone.

Il confine tra arte contemporanea, cultura pop e moda diventa sempre più sottile. A confermarlo è l’annuncio ufficiale di Uniqlo, colosso giapponese del fast fashion appartenente al gruppo Fast Retailing, che ha nominato Brian Donnelly, meglio conosciuto come KAWS, primo ‘Artist in Residence’ del brand. Una scelta che rappresenta un punto di svolta non solo per l’azienda ma anche per il modo in cui la creatività viene messa in dialogo con il pubblico globale. In questo nuovo ruolo, KAWS rafforzerà la filosofia ‘Art for All’, da anni al centro delle strategie culturali di Uniqlo, curando eventi artistici nei negozi del marchio in tutto il mondo e collaborando con i prestigiosi musei partner del marchio. L’artista americano sarà, inoltre, coinvolto nello sviluppo di nuovi prodotti LifeWear, la linea che meglio incarna la visione di Uniqlo: capi funzionali, semplici, accessibili e capaci di unire comfort e design. La prima collezione nata da questa residenza creativa vedrà la luce nell’autunno/inverno 2025.

Non si tratta della prima volta che l’artista di Jersey City (classe 1974) collabora con Uniqlo. Dal 2016 KAWS ha firmato diverse capsule collection di grande successo, tra cui quella dedicata a Sesame Street, andata esaurita in tempi record a livello globale e diventata subito oggetto da collezione. La popolarità dei capi si è riflessa anche sul mercato del resell, dove molti pezzi hanno raggiunto quotazioni molto superiori ai prezzi di partenza, testimoniando l’appeal trasversale dell’artista. Uniqlo ha costruito negli anni una solida reputazione grazie alla linea UT (Uniqlo T-shirts), nata per ospitare collaborazioni con artisti, designer e istituzioni culturali. Basti pensare alle capsule realizzate insieme al Museo del Louvre o alla Andy Warhol Foundation, esempi di un percorso che punta a rendere l’arte parte integrante della vita quotidiana. L’arrivo di un artista fissa, però, un nuovo standard: non più collaborazioni episodiche, ma un ruolo continuativo, con responsabilità di curatela, ricerca di nuovi talenti e partecipazione attiva a progetti globali come l’UT Grand Prix.

“In un mondo in continua evoluzione, l’arte è oggi più importante che mai come espressione della nostra umanità”, ha dichiarato John C Jay, Presidente Global Creative di Fast Retailing. “KAWS ha infranto i confini tradizionali del mondo dell’arte, proprio come Uniqlo ha ridefinito il settore dell’abbigliamento con LifeWear. In qualità di ‘Artist in Residence’, ci aiuterà ad ampliare l’apprezzamento e la partecipazione globale all’arte e alla creatività”. Dal canto suo, Donnelly ha sottolineato l’entusiasmo per questo nuovo capitolo della sua carriera: “sono entusiasta di fare questo passo in avanti con il mio storico partner Uniqlo. In questo ruolo spero di entrare in contatto con la comunità artistica e i creativi di tutto il mondo per curare la prossima generazione di collaboratori. Non vedo l’ora di lavorare a nuove e stimolanti forme di LifeWear”. Il suo percorso è emblematico del modo in cui l’arte urbana può trasformarsi in fenomeno globale. Dagli inizi a New York, quando iniziò a intervenire sui cartelloni pubblicitari con i suoi personaggi dagli occhi a croce, è riuscito a costruire un linguaggio visivo immediatamente riconoscibile e amato dal pubblico. Dalle gallerie d’arte alle copertine di dischi – come l’album Let God Sort ’Em Out dei Clipse – fino alle collaborazioni con star internazionali come J-Hope dei BTS, la sua estetica è diventata parte integrante della cultura pop contemporanea. Anche i suoi primi art toys, creati a fine anni ’90 in collaborazione con il brand giapponese Bounty Hunter e venduti a meno di 100 dollari, oggi raggiungono cifre dieci volte superiori sul mercato secondario. A dimostrazione di come l’artista sia riuscito a creare un ponte tra arte, design, moda e collezionismo, dando vita a un fenomeno che travalica i confini tradizionali del mondo creativo.

La sua nomina a ‘Artist in Residence’ segna un passo ulteriore per Uniqlo nella strategia di trasformare la moda in una piattaforma culturale. Non si tratta più soltanto di lanciare capsule accattivanti o limited edition, ma di costruire una vera e propria identità fondata sull’incontro tra creatività e vita quotidiana. L’idea di una residenza artistica, mutuata dal mondo dell’arte e dei musei, applicata a un brand globale di abbigliamento rappresenta un esperimento inedito: significa portare all’interno dell’azienda non solo un creativo ma un curatore capace di orientare strategie, eventi, collaborazioni e persino processi di produzione. È un segnale forte di come i confini tra marketing, arte e cultura si stiano ridefinendo e una dichiarazione d’intenti da parte di Uniqlo: continuare a investire nell’arte e nella creatività come elementi centrali della propria identità, offrendo al pubblico non semplici capi di abbigliamento, ma esperienze culturali da vivere ogni giorno.