Hubert Joly, ex CEO di Best Buy, ci accompagna in un viaggio attraverso il mondo del business contemporaneo: Il cuore dell’impresa(in libreria con ROI Edizioni dal 13 novembre 2024) racconta come il successo di un’azienda non possa più essere misurato solo dai profitti, ma debba includere l’impatto positivo sulle persone, sui clienti, e sulle comunità, perché “le aziende non sono entità senz’anima, ma organizzazioni umane con al centro le persone”.
Hubert Joly ci riporta a un momento in cui il lavoro per molti era diventato una mera “maledizione di Adamo”, un obbligo noioso e spesso alienante, invitando a riflettere su cosa significhi realmente lavorare. “Il lavoro non è una maledizione o qualcosa che si fa per poter fare qualcos’altro; può essere parte della nostra ricerca di significato e della nostra realizzazione come esseri umani”: Il lavoro è solo un mezzo per guadagnare o può essere qualcosa di più? Attraverso esempi personali e storie dal mondo aziendale, Joly ci racconta come la sua visione del lavoro sia cambiata nel corso degli anni, diventando una vocazione, un’espressione del nostro amore e della nostra passione per la vita. Gran parte dei lavoratori nel mondo è disimpegnata (“Solo il 16% delle persone si sente pienamente coinvolto sul lavoro”): una percentuale sconcertante secondo l’autore, che sottolinea come questa “epidemia di disimpegno” non sia solo una perdita per le aziende, ma anche per le persone, che rinunciano a realizzare il proprio potenziale e a contribuire in modo significativo al raggiungimento di obiettivi comuni.
“Creare un ambiente di lavoro positivo e stimolante, in cui le persone si sentono valorizzate, rispettate e supportate, è essenziale per liberare la magia umana e raggiungere performance irrazionali.” Partendo dalla sua personale esperienza come CEO, Joly ci mostra come abbia trasformato Best Buy da un’azienda sull’orlo del fallimento a una delle realtà più fiorenti nel settore, senza tagli e licenziamenti, ma motivando i suoi dipendenti (non credeva negli incentivi economici), riconoscendo l’importanza del loro benessere e offrendo loro un senso di appartenenza e scopo in un ambiente di fiducia che incoraggiasse l’autonomia e le responsabilità di ognuno.
Il cuore dell’impresa alterna episodi personali a riflessioni profonde sul significato del lavoro, il ruolo dell’impresa nella società e i principi della Leadership Propositiva, basata su cinque pilastri fondamentali.
1. La chiarezza dello scopo: un leader deve avere ben chiaro non solo il proprio scopo, ma anche quello delle persone che lo circondano e di come entrambi si intreccino per l’obbiettivo più ampio dell’azienda. Questa attività implica un’attenta analisi delle proprie motivazioni personali e un impegno costante nel comprendere le aspirazioni dei propri collaboratori.
2. Creare energia e slancio: in momenti di crisi (come per il turnaround di Best Buy) il leader deve saper infondere energia, ottimismo e speranza. Joly usa la metafora del “termostato”, capace di regolare la temperatura emotiva del team, in contrapposizione al “termometro”, che si limita a registrare passivamente lo stato d’animo generale.
3. Servire gli altri (Stakeholder Capitalism): un leader propositivo si pone al servizio dei propri collaboratori, dei clienti e della comunità, sostenendoli e aiutandoli a dare il meglio di sé, in contrasto con la visione tradizionale che pone il profitto per gli azionisti come unico obiettivo dell’impresa.
4. Essere guidati dai valori: onestà, rispetto, responsabilità, equità e compassione sono principi da vivere quotidianamente nel proprio lavoro. Un leader deve incarnare questi valori e assicurarsi che siano integrati nella cultura aziendale, creando un ambiente di lavoro etico e trasparente.
5. Essere autentici: l’autenticità è un aspetto fondamentale per la creazione di connessioni genuine e per guadagnare la fiducia degli altri. Mostrare le proprie vulnerabilità e condividere esperienze e sentimenti incoraggia gli altri a fare lo stesso.
Attraverso esempi concreti Hubert Joly dimostra come questo nuovo modello di leadership si traduca in azioni concrete per due motivi: l’obiettivo di un’azienda non è solo generare profitto, ma creare qualcosa di significativo e duraturo, che abbia un impatto positivo sul mondo (come l’esempio di GreatCall); la valorizzazione, il rispetto e il supporto nei confronti dei propri collaboratori sono aspetti essenziali per liberare la “magia umana” e raggiungere così performance straordinarie.
Il cuore dell’impresa è un invito rivolto a tutti coloro che desiderano costruire un futuro migliore, in cui l’impresa sia una forza positiva per il cambiamento: “In futuro, ogni azienda dovrà concentrarsi sul suo scopo o raison d’être per affermare la propria legittimità nel servire la società”. L’autore offre spunti di riflessione e strumenti pratici per ripensare il capitalismo moderno in chiave “umana”, proponendo una alternativa concreta al modello del “leader-eroe” con un approccio più collaborativo alla leadership e la ricerca di significato nel lavoro, perché le imprese sono organizzazioni fatte di persone che lavorano insieme a sostegno di un obiettivo comune.
Il salvataggio di Best Buy sotto la guida di Hubert Joly è stato eccezionale: un caso di studio che dovrebbe essere insegnato nelle business school di tutto il mondo.
Jeff Bezos, founder e CEO, Amazon
Hubert Joly dimostra che le aziende non devono scegliere tra profitto e scopo. Ma soprattutto ci dimostra in che modo questo è possibile, con consigli pratici ed esempi chiari. È difficile non essere ottimisti sul futuro del capitalismo dopo aver letto questo libro.
Ginni Rometty, ex CEO, IBM
L’autore
Hubert Joly è l’ex presidente e amministratore delegato di Best Buy, azienda che ha guidato al rilancio, trasformandola in un leader del settore. Attualmente è docente presso la Harvard Business School. È anche membro del consiglio di amministrazione di Johnson & Johnson e Ralph Lauren Corporation e vicepresidente del Business Council. È stato riconosciuto come uno dei 100 migliori CEO al mondo da Harvard Business Review, uno dei 30 migliori CEO al mondo da Barron’s e uno dei 10 migliori CEO negli Stati Uniti da Glassdoor.