I vincitori della 30° edizione del Film Festival della Lessinia - MEDIAKEY
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I vincitori della 30° edizione del Film Festival della Lessinia

Si è conclusa sabato 31 agosto a Bosco Chiesanuova (Verona) la 30a edizione del Film Festival della Lessinia. Dieci giorni di proiezioni hanno illuminato, con successo di pubblico, il grande schermo del Teatro Vittoria con 97 film da 48 Paesi con 31 anteprime italiane.

Lessinia d’Oro

La Giuria internazionale – composta da Dorottya Zurbó (Ungheria), Fredo Valla (Italia), Frode Fimland (Norvegia), Fulvio Mariani (Svizzera) e Tamara Stepanyan (Armenia) – ha assegnato a Where we used to sleep (Germania 2024) del regista Matthäus Wörle la Lessinia d’Oro, il massimo riconoscimento della rassegna cinematografica internazionale dedicata a vita, storia e tradizioni in montagna.

“Un’anziana donna, Valeria, è l’unica abitante rimasta di un villaggio che non esiste più, conseguenza della distruzione della Natura da parte dell’Uomo. Estrazione mineraria, avvelenamento delle acque, spostamenti forzati, che la propaganda del regime di Ceaușescu presentava come modello dei successi economici del socialismo reale. Valeria vive, o meglio sopravvive, con la sua mucca e un cane, ma il ricordo del villaggio sommerso riaffiora costantemente nella sua mente con la punta del campanile che emerge dalle acque del lago. Alla fine anche lei è costretta ad andarsene. Il giovane regista ne raccoglie la testimonianza, rendendo lo spettatore partecipe del dramma. Un film costruito da un regista attento alle piccole cose e a mettere in luce relazioni e sentimenti”, la motivazione data dalla Giuria.

Lessinia d’Argento

A vincere la Lessinia d’Argento per il miglior lungometraggio è stata l’opera prima della regista Macu Machín, La hojarasca (Spagna 2024). Questa la motivazione: “Tre anziane sorelle si sono date appuntamento nella casa di famiglia, nelle Canarie. Il ritrovarsi è legato alla spartizione dell’eredità, o forse questa ne è soltanto la motivazione apparente. Viene vissuta dapprima svogliatamente, poi come un gioco. L’atmosfera è magica, grigia, addirittura cupa per le esplosioni del vicino vulcano. La suddivisione ereditaria fa affiorare vecchi rancori tra le sorelle, ma è una nuvola passeggera e l’affetto prevale, con i ricordi di un’infanzia e una adolescenza felici. Una narrazione minimalista su cui incombe il vulcano in eruzione”.

Lessinia d’Argento per il miglior cortometraggio a Khalil (Iran 2024), del regista e produttore iraniano Seyed Payam Hosseini presentato in anteprima mondiale al Festival. Motivano i giurati: “Per la capacità del regista di raccontare, in questo piccolo film iraniano, una storia di innocente tenerezza con un alto tasso di poesia. Nella sua semplice bellezza, il film richiama il cinema di Kiarostami, offrendo un’esperienza che trascende il quotidiano e si avvicina all’essenza dell’arte cinematografica”.

Premio della Giuria

Il lungometraggio Nessun posto al mondo (Italia 2023) della regista italo-tedesca Vanina Lappa si è aggiudicato il Premio della Giuria: “Per la capacità della regista di instaurare un legame profondo e autentico con il protagonista, frutto di anni di riprese. Antonio, un allevatore dell’Italia meridionale, figura al margine della legalità e guerriero solitario, conduce una battaglia personale contro regolamenti assurdi che discriminano e mettono in difficoltà i pastori transumanti. Per Antonio, l’ipocrisia del mondo “normale” è incomprensibile, poiché egli si muove in un contesto di libertà nell’ampiezza di paesaggi che talora richiama il cinema western”.

La Giuria internazionale ha attribuito anche due menzioni speciali: al lungometraggio Un pasteur (Francia 2024) di Louis Hanquet. Questa la motivazione: “Per un linguaggio privo di romanticismi pastorali, caratterizzato da una fotografia che, soprattutto nei campi lunghi, cattura con intensità lo sguardo. Il regista, con molta sensibilità, riesce a guadagnarsi la fiducia di Félix, il giovane pastore protagonista, che non viene mai ritratto come un eroe della vita solitaria. Ogni gesto quotidiano restituisce il senso di una routine che si ripete come un destino ineluttabile. Con momenti di solennità antica, come la sepoltura delle carcasse delle pecore sbranate dai lupi, il film evoca una profonda connessione con la natura e la ciclicità della vita”.

E al documentario La raya (Messico 2023), presentato al Festival in anteprima italiana, della regista Andalusia Knoll Soloff. “Per il coraggio nel raccontare la lotta per la sopravvivenza delle comunità dei Monti Guerrero nel sud- ovest del Messico e la crisi legata alla coltivazione del papavero da oppio. In un contesto dove le milizie dell’esercito distruggono le coltivazioni e la violenza dei narcos imperversa, la popolazione è costretta a confrontarsi con un degrado crescente delle proprie condizioni di vita e con l’incertezza dell’emigrazione forzata. Un documentario intenso e incisivo che getta luce su una realtà complessa e spesso trascurata”, motiva la Giuria.

Premi speciali

Nel palmarès del Film Festival della Lessinia, il Premio al Futuro per il miglior film di un regista giovane concesso dal Curatorium Cimbricum Veronense in memoria di Piero Piazzola e Mario Pigozzi, è stato vinto da The children behind Zalaga (Egitto, Germania 2023) del documentarista Karim Ali, presentato al Festival in anteprima europea.

Il Premio Montagne Italiane per il miglior film della sezione Montagne Italiane, concesso dalla Cassa Rurale Vallagarina, è andato all’opera cinematografica Pascolo vagante (Italia 2024) di Bruno Zanzottera. Una menzione speciale del Premio Montagne Italiane ha premiato il cortometraggio Piccola cosa (Italia 2023) della regista Mila Costi.

Il Green Planet Movie Award è stato attribuito a Don Benjamín (Spagna, Bolivia 2024) del documentarista Iván Zahinos.

Anche la Giuria MicroCosmo del Carcere di Verona ha scelto di assegnare il suo riconoscimento a Khalil (Iran 2024) di Seyed Payam Hosseini.

Il Premio del Parco della Lessinia è andato a Un pasteur (Francia 2024) di Louis Hanquet.

Premio dei bambini a The wolf of custer (Regno Unito 2023), presentato al Festival in anteprima italiana, di Tanya J. Scott.

Infine, il Premio del pubblico è andato a Un pasteur (Francia 2024) di Louis Hanquet.

www.ffdl.it

I FILM PREMIATI

Lessinia d’Oro per il miglior film in assoluto

WHERE WE USED TO SLEEP

DOVE DORMIVAMO

Matthäus Wörle / Germania / 2024 / 82 min / Colore

Anteprima italiana

Un tempo vivevano mille persone nel villaggio di Geamăna, sui Monti Apuseni, in Romania. Negli anni Settanta la dittatura di Nicolae Ceaușescu installò una miniera di rame nel distretto amministrativo di Alba, che scaricava i residui tossici proprio a Geamăna. Ora resta solo la guglia del campanile della chiesa che si erge sulle acque di un invaso artificiale, ammorbate dal fango tossico che sommerge tutto ciò che incontra. Le case sono sprofondate e gli abitanti sono fuggiti. Valeria Praţa è l’unica rimasta in questo villaggio deserto, che accompagnata dai suoi pochi animali lotta per difendere la sua casa e per non essere anche lei sradicata dalla sua terra e dalle sue radici, mentre le incredibili immagini della devastazione e le musiche popolari riflettono la sua nostalgia. Alcuni cittadini le consigliano di fare ciò che sembra ragionevole, ovvero abbandonare la sua terra ora trasformata in un thriller distopico, ma Valeria resiste con dignità e coraggio.

Matthäus Wörle

Regista e giornalista freelance, ha studiato Giornalismo all’Università di Eichstätt-Ingolstadt e alla Mediaschool Bayern. Ha quindi approfondito gli studi all’Università della Televisione e del Cinema di Monaco. Ha lavorato per la Süddeutsche Zeitung, la Bayerischer Rundfunk e la Nautilusfilm. Ha girato, tra gli altri, Geamăna (2022) e Where we used to sleep (2024), suo primo lungometraggio, selezionato al Thessaloniki International Documentary FF 2024.

Lessinia d’Argento per il miglior lungometraggio

LA HOJARASCA

IL FOGLIAME

Macu Machín / Spagna / 2024 / 72 min / Colore

Tre sorelle – Carmen, Elsa e Maura – si trovano a spartirsi l’eredità di un terreno ai piedi di un vulcano sulle isole Canarie. Nel villaggio sono rimasti pochi uomini e c’è aria di matriarcato. Il terreno ospita alberi di mandorle, animali e il vino matura nelle botti. Carmen coltiva ancora la terra e, ora che anche Elsa e Maura sono tornate, quest’ultima non sta più bene e dipende dalle cure di Elsa. Le attrici protagoniste sono la madre e le due zie della regista, nella sua opera prima che alterna l’osservazione documentaria alla messa in scena, e opta per uno stile comunicativo intriso di lirismo meditativo e magico. Tra le sorelle emergono i paradossi del legame familiare, riaffiorano i ricordi illuminando un passato dimenticato mentre la natura circostante riflette le loro lotte interiori, con le foglie morte che richiamano il passare del tempo e il vulcano pronto a scoppiare.

Macu Machín

Originaria di Las Palmas de Gran Canaria, ha maturato esperienza come regista di cortometraggi passando dal cinema di osservazione, Geometría de invierno (2006), al found footage, Quemar las naves (2018), desiderosa di catturare il reale e il trascendente, El mar inmóvil (2018). La hojarasca (2024), suo primo lungometraggio, ha vinto un premio al MiradasDoc Market e una borsa di studio del Programma Ibermedia (Madrid).

Lessinia d’Argento per il miglior cortometraggio

Premio Giuria MicroCosmo del Carcere di Verona

KHALIL

Seyed Payam Hosseini / Iran / 2024 / 20 min / Colore

Anteprima europea

In un piccolo villaggio situato sull’altopiano iraniano vive Khalil, un ragazzino di 13 anni che ha appena perso il padre e ora si preoccupa per il destino della sua anima: teme che possa non ottenere il perdono di Dio e finire all’inferno. Determinato a fare tutto il possibile, il giovane inizia a chiedere a tutte le persone che lo circondano di perdonarlo per ogni suo peccato con la speranza che questo possa influenzare il giudizio divino, ma le loro risposte unanimi non saranno sufficienti a placare le sue ansie. Con l’aiuto del maestro di scuola e il sostegno degli amici, Khalil deciderà di scrivere una lettera direttamente a Dio per implorare la sua clemenza. La combinazione tra la sua innocenza e la sua determinazione danno luogo a una storia di tenerezza, che mette alla prova la fede e l’amore di un figlio.

Seyed Payam Hosseini

Nato nel 1990, è un regista e produttore iraniano. Ha studiato architettura ed è laureato presso l’Iranian Young Cinema Association. È amministratore delegato del Panah Film Cinema Institute e organizzatore del Panah National Film and Short Screenplay Festival, in Iran. Il suo corto The Kites (2020) ha ricevuto un riconoscimento speciale al Festival internazionale del cinema di Berlino 2020. Ha girato, inoltre, Russian Vodka (2021).

Premio della Giuria

NESSUN POSTO AL MONDO

Vanina Lappa / Italia / 2023 / 83 min / Colore

Il massiccio dei Cervati, in Campania, è da secoli meta di transumanze e processioni. Antonio è un pastore dallo spirito libero che parla la lingua dei suoi animali, che sono gli unici con cui sembra riuscire a comunicare per davvero. Tuttavia, la sua ribellione alle convenzioni attira disapprovazione: i suoi cani vagano senza collare e le tensioni con la comunità crescono, ma Antonio rimane saldo nella lotta per la ricerca del suo posto, trovando nella natura una promessa di libertà. Dalla sua storia emerge la dura realtà dei pastori, le cui tradizioni sono minacciate dalla modernità e dalla burocrazia. Tra le immagini della transumanza e dei cavalli, il film rivela la forza e la fragilità di una vita trascorsa a contatto con la terra e gli animali.

Vanina Lappa

Regista e montatrice italo-francese, dopo essersi diplomata alla Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, ha iniziato il suo percorso artistico nel campo della pittura e della videoarte. Ha ottenuto il suo primo successo con il documentario Sopra il fiume (2016), vincendo il Filmmaker Festival di Milano. Ha frequentato gli Atelier Varan a Parigi, dove ha sviluppato il suo primo lungometraggio Nessun posto al mondo (2023).

Menzione speciale della Giuria

Premio del Parco della Lessinia

Premio del pubblico

UN PASTEUR

UN PASTORE

Louis Hanquet / Francia / 2024 / 71 min / Colore

Félix è un giovane pastore dal temperamento malinconico e riservato che conduce una vita sospesa nel tempo. Vive in solitudine e lavora con il padre per custodire e portare al pascolo il gregge di famiglia. Dall’autunno alla primavera si dedica ai suoi animali, nutrendoli e proteggendoli, mentre in estate si allontana dal padre e percorre più di 200 chilometri a piedi tra le foreste di lecci delle Prealpi francesi per condurre la mandria ai pascoli di montagna. Una volta raggiunta la valle dell’Ubaye, si ritrova in un mondo fatto di rocce e inaccessibile, dove si fa sentire la presenza del lupo, creatura invisibile quanto immancabile. In questo ambiente severo e isolato, Félix si confronta con la sua scelta di svolgere una professione che lo allontana dalle convenzioni del mondo moderno. Tuttavia, accetta la compagnia di un regista che cerca di comprendere le sue ragioni più profonde.

Louis Hanquet

Appassionato di fotografia, è cresciuto tra Parigi e il sud-ovest della Francia. Dopo aver studiato a Buenos Aires allo UNSAM e a Parigi (Master in Regia documentaristica DEMC), ha lavorato con Sébastien Lifshitz. È direttore della fotografia di documentari premiati al Vision du Reel, IDFA e Millenium Festival. Un pasteur (2024), vincitore della Genziana d’oro al miglior film – Gran Premio “Città di Trento” al Trento Film Festival, è il suo primo lungometraggio.

Menzione speciale della Giuria

LA RAYA

LA CRISI DEL PAPAVERO

Andalusia K. Soloff / Messico / 2023 / 27 min / Colore

Anteprima italiana

Sui monti di Guerrero, in Messico, sono i papaveri rossi a sostenere la fragile economia locale, compresa l’istruzione dei figli, l’edificazione di case e un piatto in tavola assicurato. I campesinos, contadini per lo più indigeni, vendono la pasta di oppio, ma con la diffusione del Fentanyl (un potente oppioide sintetico) i prezzi crollano. Molti campesinos sono costretti a migrare per lavorare, sfruttati, come braccianti o si uniscono alla criminalità organizzata, mentre altri lottano per sopravvivere raccogliendo il mais. La raya esplora la dipendenza di questi agricoltori da un mercato nero volatile, che rende incerto il loro futuro e quello delle loro famiglie, sfociando gradualmente in povertà e violenza. Questo sposta l’attenzione dalle devastazioni causate dalle overdosi di Fentanyl, portando a riflettere sulle politiche globali sulla droga e le loro implicazioni.

Andalusia K. Soloff

Giornalista freelance, vive a Città del Messico. Collabora con AJ+, VICE News e TeleSUR ed è stata ospite alla BBC, Huffington Post e Al Jazeera. I suoi reportage si concentrano sulle violazioni dei diritti umani, sulle lotte degli indigeni per preservare la terra e sulla violenza di genere. È fondatrice di Frontline Freelance México, che difende i diritti dei giornalisti e la libertà di stampa. Ha firmato la regia del documentario di Al Jazeera nominato agli Emmy, A Sense of Community: Itzapalapa (2022).

Premio al Futuro per il miglior film di un regista giovane del Curatorium Cimbricum Veronense in memoria di Piero Piazzola e Mario Pigozzi

THE CHILDREN BEHIND ZALAGA

I BAMBINI DIETRO ZALAGA

Karim Ali / Egitto, Germania / 2023 / 65 min / Colore

Anteprima italiana / Anteprima europea

Nel Sinai meridionale, ogni anno vengono selezionati i giovani fantini che si sfideranno con i loro cammelli nella gara di Zalaga, la più antica corsa di cammelli in Egitto. Nella tradizione beduina, questi ragazzi provenienti da contesti economicamente svantaggiati, alcuni di soli sette anni, sono costretti a rinunciare alla scuola per partecipare alla corsa e guadagnare per le loro famiglie. Questo li porta a mettere rischio il loro benessere, spingendo organizzazioni internazionali e governi a intensificare gli sforzi per eliminare il lavoro minorile nell’industria delle corse di cammelli. La telecamera si muove attraverso gli sguardi dei bambini coinvolti, le loro parole e quelle di chi, attorno a loro, li convince che sia la cosa giusta da fare.

Karim Ali

Documentarista, ha studiato Gestione dei Media presso l’Accademia araba delle Scienze e della Tecnologia ad Alessandria d’Egitto. Airplane Mode (2017) è il suo cortometraggio d’esordio ambientato a Dahab nel sud del Sinai, in Egitto. Il suo secondo documentario, The Children Behind Zalaga (2023), è stato selezionato dall’IDFA Festival 2023 e da Vision du Réel 2024.

Premio Montagne Italiane per il miglior film della sezione Montagne Italiane assegnato dalla Cassa Rurale Vallagarina

PASCOLO VAGANTE

Bruno Zanzottera / Italia / 2024 / 36 min / Colore

Alice e Fabio sono una giovane coppia che ha deciso di vivere in una roulotte come pastori nomadi del XXI secolo. In estate si spostano con le loro mille pecore tra i pascoli delle Dolomiti, ma quando il clima inizia a farsi freddo portano il loro gregge nella Pianura Padana. «Dove ci sono le pecore c’è casa», dicono, spostandosi ogni giorno tra la campagna e i villaggi, cercando gli avanzi della raccolta nei campi inutilizzati e ritagliando uno spazio per i contatti sociali solo per chi li apprezza. Un anno fa, Alice e Fabio hanno avuto un bambino, Martin, e la loro vita è stata arricchita da nuove sfide. Alla cura del bambino, i due ora alternano il nutrimento e la vaccinazione degli agnelli, cantando nenie alle pecore e ai cani da pastore. Attraverso le interviste, malgrado le difficoltà che comporta, narrano la transumanza con passione, rendendo la loro professione uno stile di vita.

Bruno Zanzottera

Fotografo e giornalista, è specializzato in reportage sociali, etnografici e geografici. È nato nel 1957 a Monza. Il suo primo resoconto fotografico in Africa nel 1979 ha coniugato le sue passioni, la fotocamera e il viaggio. Nel 2007 è stato tra i co-fondatori dell’agenzia fotogiornalistica Parallelozero. Ha collaborato con riviste geografiche e di viaggi quali Geo, Focus, Airone, Luoghi dell’Infinito, Itinerari e luoghi.

Menzione speciale del Premio Montagne Italiane

PICCOLA COSA

Mila Costi / Italia / 2023 / 3 min / Colore

Un’orchidea selvatica è cresciuta in mezzo al bosco, tra le sue amiche piante e gli animali che le girano attorno. Durante un’escursione tra i boschi, una famiglia la trova e decide di sradicarla e di portarsela a casa per abbellire il terrazzo. Gentile e serena, la sua voce ricorda quella di una donna, e pondera su ciò che ha dato e ciò che lascia al mondo, nel suo linguaggio sconosciuto. Piccola cosa è un cortometraggio girato in Lessinia, che alterna riprese effettuate durante il giorno a inquadrature notturne, che meglio catturano il passaggio di molti animali. In soli tre minuti, ci porta a ragionare sul senso e sulla direzione che decidiamo di dare alle nostre piccole azioni quotidiane, non sempre consapevoli di quanto possano essere invece grandi le conseguenze.

Mila Costi

È la regista del cortometraggio Piccola cosa (2023), opera prima dietro la macchina da presa. Ha interpretato il ruolo di uno degli speleologi nel film Il buco (2021) di Michelangelo Frammartino, che ha ricevuto il Premio Speciale della giuria alla Mostra Internazionale d’Arte cinematografica di Venezia 2021.

Green Planet Movie Award

DON BENJAMÍN

Iván Zahinos / Spagna / 2024 / 29 min / Colore

Nato e cresciuto in Bolivia, Don Benjamín vive da sempre nella Foresta Amazzonica, che per lui è una fonte di vita, cibo e salute, al pari di una divinità. Tuttavia, da cinque anni gli agricoltori appiccano incendi per pulire il terreno per le loro coltivazioni. Il suo mondo è stato ridotto in cenere, ma lui reagisce facendo di tutto per riportarlo al suo splendore, con la collaborazione della famiglia. Don Benjamín è molto diretto su questo: non si tratta di fare spazio per nuova terra, ma di cancellare quella precedente. «Stiamo distruggendo l’ossigeno e la vita dei nostri figli», dice, «Se abbiamo la forza per distruggere qualcosa, abbiamo anche la forza per ricostruirla». La fotografia bilancia il rosso del fuoco distruttivo con il verde speranza della natura rigogliosa, lasciando spazio alla riflessione sulle problematiche attuali che sta affrontando l’Amazzonia.

Premio dei bambini

THE WOLF OF CUSTER

IL LUPO DI CUSTER

Tanya J Scott / Regno Unito / 2023 / 8 min / Colore

Anteprima italiana

Un leggendario lupo dal pelo lucente come la luna terrorizza la cittadina di Custer, Nord Dakota, e anima i racconti dei suoi abitanti, radunati la sera attorno al falò. Un abile cacciatore è scettico e parte alla caccia del leggendario lupo. Invece di ucciderlo, però, ne riconoscerà il valore e la bellezza. Ispirato a una storia vera.