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Homina: una boutique creativa

Homina si dedica ancora alla cura dei minimi particolari per offrire sempre un servizio a valore aggiunto e costruire rapporti professionali duraturi.

Homina è un’agenzia di comunicazione indipendente, con sede a Bologna e Milano, che da trent’anni supporta aziende ed enti impegnati in piani di sviluppo e processi di cambiamento, con progetti di comunicazione finalizzati a migliorare le relazioni con tutti gli stakeholder: media, clienti, consumatori, fonti di finanziamento, istituzioni, associazioni, gruppi di opinione. Per saperne di più abbiamo intervistato Omer Pignatti, Amministratore Delegato.

Ci può innanzitutto parlare dei risultati che ha ottenuto Homina in questi primi mesi del 2024? Quali sono le prospettive per il futuro?

Omer Pignatti: Dal punto di vista strettamente economico posso dire che abbiamo iniziato abbastanza bene il nuovo anno visto che stiamo crescendo, abbiamo nuovi clienti e stiamo realizzando progetti di comunicazione complessi e di grande interesse. Siamo quasi a breakeven e quindi ci riteniamo soddisfatti dei risultati ottenuti e fiduciosi per il futuro. Quello che mi preme però subito sottolineare è che per noi è fondamente la soddisfazione del cliente. Questa è la vera cartina al tornasole del nostro impegno e del nostro lavoro, che viene a sua volta premiato dalla continuità dei rapporti con le aziende: una ‘fedeltà’ media di 10/12 anni è un valore quasi unico sul mercato, un indice della qualità dei servizi che offriamo, lo specchio del valore che riusciamo a generare per chi si affida a noi. Siamo innanzitutto consulenti, in grado non solo di condividere, ma anche di entrare negli obiettivi di business dei committenti: è questo il modo più efficace per costruire risposte concrete e strategiche ai bisogni del cliente.

Quali sono le principali difficoltà che incontrate sul mercato?

Omer Pignatti: Per noi la qualità è un must imprescindibile, non ci rinunciamo mai per esigenze di budget o altro. Purtroppo, il mercato non dà un peso così elevato a questo valore e non lo riconosce come asset fondamentale. Questa è sicuramente la principale difficoltà con la quale dobbiamo fare i conti. Le agenzie tendono a proporre prezzi troppo competitivi che non permettono una giusta remunerazione e vanno sempre a discapito della qualità del lavoro fornito. A questo proposito, posso fare un esempio che spiega benissimo questo modus operandi. Di recente abbiamo partecipato a una gara per un ente pubblico che tra l’altro era già nostro cliente ma ha deciso di rimettere a gara il budget. Noi abbiamo fatto un’offerta che teneva conto della nostra esperienza passata e condivisa con loro, dei valori e delle strategie che già conoscevamo bene. In più, al prezzo deciso, abbiamo anche applicato un ulteriore sconto dell’8%. L’apertura dell’offerta tecnica ci ha visti classificati primi, ma non è finita qua perché il secondo classificato ha deciso di ribassare di un ulteriore 25% l’offerta economica e questo gli ha permesso di vincere la gara. Peccato però che questo secondo classificato, da analisi successive, è risultato non avere una sede e neppure un dipendente. Questo dimostra come purtroppo, sempre più spesso, vince chi propone il prezzo più basso a discapito di tutto il resto. Noi di Homina non ragioniamo in questo modo e, anzi, ci opponiamo fortemente a questa tendenza.

Ci può a questo proposito parlare del vostro personale?

Omer Pignatti: Come ho anticipato, noi lavoriamo in controtendenza e quindi tutti i nostri dipendenti hanno contratti a tempo indeterminato e possono godere di stipendi più alti rispetto alla media del settore. Sono convinto che per fidelizzare i clienti dobbiamo innanzitutto fidelizzare il team di lavoro, perché solo con professionisti di esperienza e di valore si possono ottenere quei livelli di qualità che auspichiamo e che sono fondamentali per i nostri committenti, che riescono così a raggiungere i loro obiettivi.

Oggi si parla sempre più di Intelligenza Artificiale: è l’ennesimo spauracchio?

Omer Pignatti: Credo che l’AI sia molto pericolosa, perlomeno se non ci si pone la giusta attenzione e non si sviluppa la dovuta consapevolezza. Il suo avvento, ormai, è un processo inevitabile, ma proprio per questo occorre non trattarlo con superficialità. Dobbiamo sempre mantenere il nostro spirito critico per evitare di esserne travolti. I pericoli reali sono tanti: innanzitutto l’AI rischia di prendere il sopravvento sul pensiero e sull’uomo. Certo, è indubbio che possa agevolarci in molti compiti, ma questo potrebbe ritorcersi contro di noi se non sapremo mettere i dovuti paletti. L’essere umano possiede sempre un ‘quid’ che le macchine non hanno, almeno per ora: la sua capacità creativa, sempre adattabile, malleabile, fluida. Avvalersi dell’AI non deve tradursi nella perdita di questa scintilla. Spesso si legge della perdita di lavori – anche creativi, anche di comunicazione – dovuta all’avvento dell’Intelligenza Artificiale: è un pericolo concreto per il nostro settore, a cui possiamo e dobbiamo opporci sfruttando al meglio le nostre capacità, abilità e competenze. Un altro dei pericoli più grossi è proprio quello dell’omologazione. Se tre persone fanno a ChatGPT la stessa domanda, otterranno sempre la stessa risposta. Se la stessa domanda venisse fatta a tre persone diverse, siamo sicuri che anche le risposte lo sarebbero. In questo modo tutti si possono improvvisare comunicatori differenti, ma se uno non ha il background giusto e la giusta scintilla creativa si va poco lontano.

Vi piace definirvi come una ‘boutique creativa’. Ce lo può spiegare?

Omer Pignatti: Siamo nati come ‘boutique creativa’, e di questo mondo conserviamo ancora la cura dei minimi particolari. Nel nostro lavoro è essenziale rispettare i tempi concordati ed essere efficaci nel perseguire gli obiettivi individuati. Abbiamo grande creatività nell’impostazione dei progetti, nonché competenze nelle strategie di comunicazione. Per esempio, in ogni nostro progetto ci sarà sempre anche una parte importante di comunicazione visiva che si deve integrare e fare sinergia con quella più prettamente contenutistica. La nostra squadra è giovane, sveglia e veloce: sicuramente una marcia in più in un mondo così dinamico come quello della comunicazione. Abbiamo inoltre sviluppato un’ottima conoscenza del mercato in cui operano i clienti, è questo il primo fondamentale passo per poter essere pronti a fornire le giuste soluzioni e strategie. Ovviamente abbiamo un solo committente per tipo di merceologia: non c’è sovrapposizione, che potrebbe rivelarsi controproducente tanto per noi quanto per il cliente.

Ci può citare qualche progetto particolarmente interessante che avete realizzato di recente?

Omer Pignatti: Posso per esempio citare la campagna che abbiamo realizzato per il Servizio sanitario della Regione Emilia-Romagna: ‘Lunga vita alla Sanità pubblica’. Nel 2023 la regione aveva avviato il riordino del proprio Servizio sanitario. Tra le prime misure, la creazione dei Centri di Assistenza e Urgenza (CAU), pensati per garantire cure nei casi urgenti ma non gravi. Una riforma complessa, che richiedeva una comunicazione capillare per sensibilizzare i cittadini sulla necessità della riorganizzazione e informarli sulle nuove modalità di accesso ai servizi. Per coinvolgere l’intera popolazione regionale su un tema dal forte portato emotivo, Homina ha messo a punto una campagna dal doppio registro, informativo ed emozionale, iscrivendo i messaggi sotto un’unica headline forte e non segmentante ‘Lunga vita alla Sanità pubblica’, che richiama ciascuno di noi all’enorme valore del Sistema sanitario, patrimonio comune da proteggere e far evolvere insieme. I mezzi tradizionali si accompagnano a quelli digitali, per una campagna massiva, modulare e multicanale che utilizza Tv, radio, affissioni, canali social e un corposo apparato informativo disponibile online. Tra gli strumenti anche il podcast ‘Sanità pubblica – Lessico famigliare’: storie di pazienti, operatori e professionisti per riscoprire il valore del Sistema sanitario nazionale e regionale.

Un altro progetto importante l’abbiamo realizzato per il comune di Bologna in occasione della costruzione della prima linea di tram, finanziata con fondi PNRR, che rappresenta per la città una grande sfida: a fronte di una profonda ridefinizione della mobilità urbana, della durata dei lavori e dei disagi inevitabili, le relazioni pubbliche operano per facilitare la convivenza tra i residenti e i cantieri, veicolando informazioni costanti, trasparenti e aperte alle istanze della comunità. La comunicazione che abbiamo studiato è rivolta a cittadini e stakeholder e individua il proprio cardine in un rapporto dialogico biunivoco con la città. Per perseguire l’obiettivo, ci siamo avvalsi di una strategia multicanale che coniuga posizionamenti digitali, touchpoint fisici e l’uso delle pannellature di cantiere come dispositivo di comunicazione sull’opera e come superficie narrativa offerta alle forze creative cittadine.

Il terzo progetto che posso citare è quello realizzato per il pastificio Felicetti, che propone una serie di incontri sul tema ‘Conversazioni in quota’, un’iniziativa promossa con l’intento di valorizzare le altitudini come visioni del mondo e luoghi di elezione per la riflessione e la conoscenza. A inaugurare il ciclo di incontri è stato lo scrittore Marco Albino Ferrari, una delle voci più autorevoli della cultura delle terre alte, intervistato il 18 aprile dall’antropologo e blogger Pietro Lacasella. Il secondo appuntamento si è tenuto il 24 luglio, quando sono intervenuti la free climber e attivista per i diritti delle donne Nasim Eshqi, unica alpinista iraniana a praticare l’arrampicata all’aperto, e Sofia Farina, fisica dell’atmosfera e comunicatrice scientifica.

Per concludere, cosa c’è nel futuro di Homina?

Omer Pignatti: Nel futuro di Homina c’è Homina. Sono sempre stato e sempre sarò un inguaribile ottimista e mi piace considerare il bicchiere sempre pieno, invece che mezzo pieno. Le fasi dell’economia sono cicliche, oggi siamo nel punto più basso e quindi non possiamo che risalire.

Se si analizza la situazione oltre i confini italiani, penso per esempio a Francia, Spagna, Germania e Inghilterra, ci accorgiamo che la situazione non è così desolante. All’estero non si smette di fare campagne di qualità e non vedo perché solo in Italia ci dobbiamo continuare ad appiattire su un livello basso per il contenimento dei prezzi. Dobbiamo rimettere al centro dell’attenzione la qualità e lo possiamo fare anche grazie a clienti lungimiranti che condividono gli stessi valori e gli stessi principi. Solo in questo modo ci è possibile continuare a fare la differenza e i clienti potranno tornare a scegliere l’agenzia che preferiscono esclusivamente sulla base della migliore creatività e della migliore strategia proposta, non solo di chi costa meno.