“Ci sono parole che non stanno bene addosso a nessuna donna”: Chitè e Together lanciano una campagna contro la violenza verbale sui social nei confronti delle donne - MEDIAKEY
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“Ci sono parole che non stanno bene addosso a nessuna donna”: Chitè e Together lanciano una campagna contro la violenza verbale sui social nei confronti delle donne

In occasione del 25 novembre, la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, Chitè, il brand di lingerie femminile che promuove l’inclusione e la gioia di indossare un capo che fa sentire bene le donne e le possa accompagnare in ogni cosa che fanno, e Together, partner creativo, media e produttivo che promuove dalla sua nascita inclusione, empowerment femminile e gender pay equity, si sono uniti per creare una campagna che intende far riflettere sulle conseguenze della violenza verbale verso le donne sui canali social.

Bodyshaming, shitstorm, cyberbullismo, qualsiasi nome vogliamo dare ai commenti denigratori che le donne ricevono sui social rispetto al proprio aspetto quando condividono sui propri canali un contenuto sono molto più di semplici parole offensive: le parole, commento dopo commento, giorno dopo giorno, diventano lame che entrano in profondità e contribuiscono a ledere non solo la propria autostima ma anche la propria idea di sé e il modo in cui si relazioneranno con gli altri, per molto, moltissimo tempo.

Partendo da questa considerazione, la campagna lancia il messaggio “Ci sono parole che non stanno bene addosso a nessuna donna”: in ognuno dei tre soggetti video della campagna, che sarà veicolata sui canali social di Chitè e di Together e amplificata da influencer ed editori, vediamo una donna lontana dai canoni classici di bellezza che indossa un reggiseno Chitè e si osserva allo specchio, ma potrebbe anche essere che stia guardando la camera del proprio smartphone per fare una live o un video.

Nell’inquadratura iniziano ad apparire commenti denigratori, proprio come accadrebbe su un contenuto social. Mano a mano che appaiono i commenti, assistiamo a una metamorfosi della donna, cambia l’espressione degli occhi, il sorriso, i lineamenti del viso, la postura, per trasmettere l’idea che quella metamorfosi esteriore non è altro che la manifestazione di una metamorfosi più profonda e duratura, quella interiore.

I commenti usati nei video sono stati pensati ispirandosi a commenti reali trovanti nella rete in relazione a post di foto o video di donne.

Questa giornata dovrebbe farci riflettere su un’idea sempre più distorta del concetto di “libertà” spiega Fabio Padoan, co-founder di Together. “Se pensiamo che vivere in un paese libero e democratico significhi poter scrivere e dire qualsiasi cosa stiamo andando nella direzione sbagliata. Non può esserci libertà senza responsabilità, non siamo davvero liberi se non pensiamo all’impatto che ciò che diciamo o facciamo ha sulla vita delle altre persone. La libertà non è mai un solo un diritto individuale, è sempre una conquista collettiva, è sempre una questione di responsabilità”.

“La violenza verbale è una forma estremamente reale di violenza’ afferma Chiara Marconi co-founder e AD Chité. ‘Io personalmente sono stata vittima di body shaming fin dall’adolescenza. E’ un tema che sento profondamente mio. Mi ricordo di un ragazzino che mi chiese se mi ero fatta una plastica facciale per trovare il mio fidanzatino – avevo solo 13 anni. Mi ricordo di molte ragazze che durante il liceo mi hanno pubblicamente attaccato e manipolato psicologicamente insinuando in me dubbi sempre più profondi sul mio fisico che mi hanno portato anche a soffrire di bulimia. Ora ci sono i social, dietro cui si nascondono i “leoni da tastiera” che mostrano una violenza inaudita, incurante dell’effetto che possa avere sui destinatari delle loro parole. Vogliamo che Chitè sia la casa di tutte le Donne, dove chiunque possa sentirsi benvenuta. Vogliamo che ogni donna trovi il coraggio di dedicarsi 35 secondi ogni mattina per guardarsi allo specchio e amarsi. Vogliamo promuovere un messaggio forte e reale, che spinga le persone a lavorare sulla propria empatia. Perché le parole hanno un peso”.

Link al video: https://youtu.be/yKUv5t_IzbY