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Alla fine un grido: “Io Capitano!”

I David di Donatello si sono conclusi così, con la vittoria di Io Capitano, ‘Miglior Film’, ‘Regia’ e 7 premi; Paola Cortellesi con C’è ancora domani è stata l’altra protagonista.

Alla fine sono stati i David di Donatello di Matteo Garrone. Il suo Io Capitano è stato il protagonista della serata di premiazione con 7 David, tra cui quelli più ambiti: ‘Miglior Film’, ‘Migliore Regia, ‘Migliore Produttore’ (Archimede, Rai Cinema, Pathé, Tarantula), ‘Migliore Autore della Fotografia’ (Paolo Carnera), ‘Miglior Montaggio’ (Marco Spoletini), ‘Migliore Suono’ (Presa diretta: Maricetta Lombardo; Montaggio suono: Daniela Bassani; Creazioni suoni: Mirko Perri; Mix: Gianni Pallotto) e ‘Migliori Effetti Visivi’ (Laurent Creusot e Massimo Cipollina). Se non si trattasse di Matteo Garrone, uno dei nostri grandi autori, potremmo quasi parlare di ‘vincitore a sorpresa’. Paola Cortellesi, con il suo C’è ancora domani, arrivava alla serata di premiazione forte delle sue 19 nomination, per cui in tanti si aspettavano un en plein dell’autrice/attrice romana. Anche se non è stato votatao quale ‘Miglior Film’, ha portato a casa comunque 6 David. Sono quelli per il ‘Miglior Esordio alla Regia’, ‘Migliore Sceneggiatura Originale’ (con Giulia Calenda e Furio Andreotti), ‘Migliore Attrice Protagonista’ (Paola Cortellesi) e ‘Non Protagonista’ (Emanuela Fanelli). E ancora, il ‘David Giovani’ e il ‘David dello Spettatore’, assegnato per il film che ha incassato di più. Ed è proprio per questo che, in tanti, la sera della premiazione, agli studios di Cinecittà a Roma lo scorso 3 maggio, dicevano che, comunque fossero andate le cose, Paola Cortellesi aveva già vinto.

Alla fine ha prevalso la scelta del cinema d’Autore classico, il film portato avanti da Rai Cinema, quello che l’Italia ha mandato a rappresentarci agli Oscar. Il premio a Garrone si può leggere come un risarcimento per la mancata vittoria a Hollywood. Si può vedere come la voglia di tributare, a casa nostra, un omaggio definitivo a uno dei nostri grandi autori contemporanei. O ancora, come un forte messaggio politico, visto che si parla di un tema, come le migrazioni e il diritto al movimento di un individuo, che è da anni al centro del dibattito.

Matteo Garrone: “I migranti si mettevano in scena da soli e io ero lo spettatore”

Si è parlato anche di questo durante i discorsi di ringraziamento che sono seguiti alla proclamazione dei premi a Io Capitano e che, man mano che la serata proseguiva, hanno creato il sentore che il vincitore dei David potesse essere il film di Garrone. È un lungometraggio politico, ma è anche d’avventura. “È un film che ho fatto dall’inizio con chi ha vissuto questa avventura”, ha spiegato Garrone. “Tutte le comparse erano migranti che avevano fatto quel viaggio e che me lo avevano raccontato. Spesso si mettevano in scena da soli e io ero lo spettatore”. Tra i premi che ha vinto Io Capitano ci sono anche quelli per due grandi professionisti. Il ‘Miglior Autore della Fotografia’ è Paolo Carnera. “Vorrei dedicare questo film a tutti i ragazzi che vogliono viaggiare”, ha dichiarato il dop. “Che possano viaggiare liberamente senza rischiare la vita, qualsiasi sia il Paese in cui sono nati”. Il ‘Miglior Montaggio’ è di Marco Spoletini. “Ringrazio per aver avuto l’opportunità di raccontare questa storia alla gente, con tutte le prerogative di un film avvincente, di avventura, al quale il pubblico potesse partecipare”. Nel corso dei discorsi sono state ringraziate anche le Ong che salvano molte persone ed è stato invocato lo stop alla guerra in Palestina.

Paola Cortellesi: “Quando si fa una storia per il grande schermo si sognano sale piene”

Premiare C’è ancora domani di Paola Cortellesi anche come ‘Miglior Film’ sarebbe stato andare in un’altra direzione, premiare il ‘caso’ dell’anno, il film che ha sbancato il botteghino e portato il dibattito fuori dai soliti luoghi, arrivando ovunque. Sarebbe stato un riconoscimento a un’attrice stimata che, a 50 anni, ha rischiato con la sua prima regia, con un lungometraggio molto particolare, che parte dalla commedia per far pensare e parla di temi importanti, come l’emancipazione femminile, un cinema popolare e un linguaggio che arriva a tutti. Il David come ‘Miglior Film’ non sarebbe stato sbagliato. Tra i riconoscimenti vinti c’è il ‘David dello Spettatore’: è stata la prima volta, da quando esiste la categoria, che il prodotto premiato per gli incassi fosse anche candidato come ‘Miglior Film’. La chiave del suo successo è proprio questa, ed è il segnale che autorialità e box office possono andare d’accordo. “Volevo ringraziare gli spettatori, perché quando si costruisce una storia per il grande schermo si sognano sale piene ed emozioni condivise”, ha dichiarato Paola Cortellesi. “Non mi piace pensare al pubblico come a una massa informe di estranei. Gli spettatori siamo noi, c’è di tutto. Mi piace pensare che ci sia chi ha combattuto perché io sia libera. E anche chi non la pensa come me”.

Marco Bellocchio: “Spero di avere ancora per qualche anno la mente a posto per fare altri film”

Quello su cui sembrano essere tutti d’accordo è che la cinquina dei candidati per il ‘Miglior Film’ è la più bella degli ultimi anni. C’è ancora domani, Io Capitano, Il Sol dell’Avvenire di Nanni Moretti, La Chimera di Alice Rohrwacher, Rapito di Marco Bellocchio. Se fossero stati candidati in annate differenti, ognuno di essi avrebbe potuto ambire al titolo di ‘Miglior Film’. Spiace per Nanni Moretti e Alice Rohrwacher, rimasti senza premi. Marco Bellocchio, protagonista degli ultimi David, ne ha vinti comunque 5: ‘Migliore Sceneggiatura Non Originale’, scritta da Bellocchio e Susanna Nicchiarelli, ‘Migliore Scenografia’ (per la scenografia Andrea Castorina e per l’arredamento Valeria Vecellio), ‘Migliori Costumi’ (Sergio Ballo e Daria Calvelli), ‘Miglior Trucco’ (Enrico Iacoponi) e ‘Miglior Acconciatura’ (Alberta Giuliani). “Spero di avere ancora per qualche anno la mente a posto per fare altri film”, ha dichiarato Bellocchio. “Marco è una delle persone più coraggiose e libere che ho mai incontrato”, ha aggiunto Susanna Nicchiarelli. Su entrambe le cose non ci sono dubbi.

Michele Riondino: “Il cinema è una grande industria”

Non era nella cinquina dei candidati a ‘Miglior Film’, ma Palazzina Laf, di Michele Riondino, con 3 David è la vera rivelazione di questa edizione. Riondino è il ‘Miglior Attore Protagonista’, Elio Germano il ‘Non Protagonista’. Diodato ha vinto per la ‘Miglior Canzone Originale’, La Mia Terra. Sia Diodato sia Riondino sono di Taranto e hanno raccontato uno dei nervi scoperti della loro città, l’ILVA e le storie a essa collegate. “Questo premio è dedicato a Taranto, la mia città, una città che soffre ma che ha una grande bellezza”, ha dichiarato il cantautore. “È dedicato a quelli che hanno lottato e non ci sono più e a quelli che credono che un futuro migliore per la nostra terra sia possibile”. E il futuro può venire proprio dal cinema. “Siamo cresciuti con l’idea che ci fosse solo la fabbrica”, ha dichiarato Riondino. “Possiamo fare a meno della fabbrica se troviamo delle altre industrie. E il cinema è una di queste”.

Giorgio Moroder: “Il suono del futuro? L’ho già fatto”

Uno che la grande industria del cinema, quella di Hollywood, l’ha frequentata è Giorgio Moroder, un musicista che, partito da Ortisei, in Trentino, è diventato uno dei compositori più importanti della storia del cinema, con il suo suono fatto di emozione e sintetizzatori. A lui è stato assegnato il ‘David alla Carriera’. L’autore di musiche per film come Fuga di mezzanotte, Flashdance, Top Gun, American Gigolò e La storia infinita ha sintetizzato bene il senso del suo lavoro rispondendo a una domanda. “Quale sarà il suono del futuro? L’ho già fatto”.

Moroder ha raccontato i suoi inizi e la svolta della sua carriera. “Sono partito a 19 anni per fare il musicista, ma volevo fare anche il compositore”, ha ricordato. “Sono andato a Berlino, poi a Monaco, dove ho conosciuto Donna Summer, con la quale ho fatto un pezzo erotico, Love to Love You Baby. E l’ho seguita a Los Angeles”. È lì che per lei ha confezionato I Feel Love, un pezzo che veniva dal futuro. “Il brano che mi è piaciuto di più dall’inizio è Take My Breath Away”, ha poi confessato, con riferimento alla canzone dei Berlin tratta da Top Gun. Proprio I Feel Love, cantata da Giorgia, è stato uno dei numeri musicali di una serata che, con le coreografie di Luca Tomasssini, ha provato ad avvicinarsi in qualche modo alla notte degli Oscar. Gli altri ospiti sono stati Mahmood con Tuta Gold, Malika Ayane con What a Wonderful World di Louis Armstrong (dedicata a Sophia Loren e Marcello Mastroianni) e Irama con Ovunque sarai (dedicato agli artisti scomparsi quest’anno). A proposito di musica, il David per il ‘Miglior Compositore’ è andato ai Subsonica, un’altra band che con l’elettronica ci sa fare, per il film Adagio di Stefano Sollima. È particolarmente interessante una delle dediche che hanno fatto: è quella a Ferruccio Casacci, il padre del chitarrista della band, che era attore e doppiatore e aveva messo a disposizione dei Subsonica una piccola sala prove. In cui, ovunque, c’erano dischi e colonne sonore.

Milena Vukotic: “Non dà mai troppo fastidio essere amati”

È stato molto emozionante anche il ‘David alla Carriera’ insignito a Milena Vukotic, che ha illuminato i David con la sua grazia e la sua gentilezza. Eppure, come ha ricordato, c’è stato un regista, Renato Castellani, che a un provino le disse: “Per fare cinema bisogna essere belle come Gina Lollobrigida o carismatiche come Anna Magnani e tu non sei nessuna delle due cose”. Non ci aveva visto lungo, perché Milena Vukotic ha fatto una grande carriera. “Voglio esprimere la mia gratitudine non solo verso il cinema, ma nei confronti della vita, che a volte ci fa un dono così eccezionale”, ha detto sul palco. E, a proposito del ruolo della signora Pina in Fantozzi ha detto “non dà mai troppo fastidio essere amati”.

Vincenzo Mollica: “Fare più attenzione alle risposte che alle proprie domande”.

Ma è stato molto emozionante anche il momento del premio a Vincenzo Mollica, grande cronista di cinema che ha ricevuto il ‘David Speciale’. Affetto da Parkinson e cecità, il giornalista ha affrontato il palco con ironia e dolcezza. Ci ha dato uno dei consigli più preziosi per chi vuole fare questo lavoro.  “Fare più attenzione alle risposte che alle proprie domande. Saper ascoltare, per poi saper raccontare”. A completare la serata sono stati consegnati il David al ‘Miglior Documentario’ a Laggiù qualcuno mi ama di Mario Martone, dedicato a Massimo Troisi, quello al ‘Miglior Cortometraggio’, The Meatseller di Margherita Giusti, e al ‘Miglior Film Internazionale’, Anatomia di una caduta di Justine Triet.