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7° Pambianco Beauty Summit: il ruolo dell’Italia tra i player della cosmetica mondiale

Pambianco – società di consulenza specializzata nei settori Fashion, Design, Beauty, Hotellerie e Wine&Food – in occasione del 7° Pambianco Beauty Summit organizzato in collaborazione con Freeda, ha analizzato l’industria della cosmetica italiana ed il suo ruolo nel contesto globale del settore. 

Dopo un saluto di David Pambianco, CEO di Pambianco e moderatore della giornata, i lavori si sono aperti con l’intervento istituzionale di Benedetto Lavino, Presidente di Cosmetica Italia – associazione nazionale imprese cosmetiche, che ha approfondito numeri e trend legati al comparto, evidenziando il netto superamento dei valori pre-pandemia e la rilevanza del settore nel panorama del Made in Italy. L’Italia si conferma tra i principali mercati europei e internazionali; il fatturato totale dell’industria cosmetica in Italia nel 2022 ha infatti superato i 13 miliardi di euro (+10,5% rispetto al 2019) con una quota consistente, pari a più del 40%, destinata ai mercati internazionali e una bilancia commerciale che ha toccato il livello record di oltre 3,2 miliardi di euro. Considerando il sistema della cosmetica nel suo complesso emerge poi un tangibile contributo per il Paese: basti pensare che il valore condiviso, cioè la capacità dell’industria di creare ricchezza e benessere oltre i propri confini, è di 22,3 miliardi, pari all’1,25% del PIL italiano nel 2021.

A seguire Alessio Candi, Consulting e M&A Director di Pambianco, ha presentato la ricerca “Il ruolo dell’Italia tra i player della cosmetica mondiale. Distribuzione, prospettive di crescita e nuovi trend” in cui analizza l’andamento del settore. Come anticipato da Cosmetica Italia per quanto concerne il mercato interno, anche a livello mondiale il settore beauty è cresciuto del 6% attestandosi sui 250 miliardi di euro, accelerando rispetto al periodo prepandemico. L’Asia si conferma inoltre come il primo mercato a livello mondiale con un consumo di 80 miliardi di euro pari al 32% dei consumi globali anche se il Nord America è seconda ma con una crescita del 15% (vs una decrescita del 3% registrata dall’Asia). In termini di categorie merceologiche la crescita è complessiva ma è ancora la skincare il segmento con maggiori volumi, che vale il 41% del mercato. Un altro elemento fondamentale è dato dal processo di concentrazione, che continua e che porta oggi ad avere i primi 9 players che valgono il 37,2% del mercato globale. I principali trend in atto nel settore sono la nascita e la crescente affermazione degli Indie Beauty brand, l’affermarsi di Tik Tok come primo canale social per la comunicazione dei prodotti beauty, l’affermazione e la prospettiva di crescita riservata ai segmenti degli integratori e dell’haircare, la concentrazione con diverse operazioni di M&A realizzate in Italia e all’estero, l’omincanalità ed infine il ruolo sempre più centrale che l’Italia, e Milano in particolare, sta acquisendo come vetrina fondamentale per i grandi gruppi internazionali che vogliono capire le nuove tendenze. 

La mattinata è quindi proseguita con l’intervento di Samantha Raimondi, Head of Sales di BolognaFiere Cosmoprof che ha riassunto i numeri della 54° edizione del Cosmoprof Worldwide Bologna che, con 2.984 espositori disposti su oltre 160.000 metri quadri, ha attratto più di 250.000 visitatori da tutto il mondo confermandosi l’evento di riferimento per tutti i professionisti del settore.

David Pambianco ha quindi avviato la serie di interviste volte a capire dalla viva voce degli imprenditori e dei manager i loro punti di vista ed esperienze sui temi emersi nella prima parte del summit.

Francesco Santachiara, General Manager L’Oréal Luxe Italy che, dopo un’overview sull’andamento positivo del mercato che il loro gruppo, leader in Italia, sta oggi registrando, ha analizzato alcuni trend di mercato su cui anche loro stanno lavorando. Fra questi la crescente presenza sul mercato italiano degli Indie brand, l’integrazione/contaminazione dei canali distributivi e la crescente attenzione alla sostenibilità.

Sergio Momo, CEO and Founder Xerjoff, ha condiviso con la platea la case history del proprio brand che rientra nel segmento della profumeria artistica. Sul fronte distributivo, stanno avviando un piano di espansione retail ed investendo per accelerare la crescita del loro e-commerce. Oggi vorrebbero inoltre ampliare la propria offerta attraverso la valutazione di acquisizioni ad hoc con l’obbiettivo di diventare un gruppo di riferimento per la profumeria artistica.

Fabio Guffanti, CEO Havea Italia, ha spiegato come oggi il mercato degli integratori veda l’Italia al primo posto in Europa per consumo. Il settore vale infatti nel nostro Paese 3,5 miliardi nelle farmacie e 272 milioni in Gdo. È proprio in quest’ultimo canale che si intravede però il massimo potenziale di crescita: già nel 2022 il segmento degli integratori è cresciuto infatti del 14%.  Quello degli integratori è dunque un comparto con interessanti potenzialità di sviluppo. In Italia, siamo di fronte a un fenomeno in accelerazione e la Gdo è chiamata ad ampliare la sua offerta e a conoscere meglio il prodotto.

Raffaella Stratta, EMEA Senior Market Research Manager di Google, nel suo intervento ha osservato come il comportamento che i consumatori hanno oggi nel loro percorso di acquisto non sia più lineare e come per i brand sia fondamentale riuscire a cogliere e mantenere l’interesse delle persone in un contesto mutevole in cui l’online rappresenta un luogo di ispirazione e scoperta, oltre che di acquisto vero e proprio. Attraverso le evidenze di una ricerca che ripercorre alcuni comportamenti che le persone utilizzano nella loro quotidianità e che possono avere un impatto anche sui comportamenti di acquisto, Stratta sottolinea l’importanza per i brand di raccontarsi in modo creativo e di essere presenti online per farsi trovare con informazioni pertinenti là dove i consumatori cercano.

Andrea Magnaguagno, General Manager Laboratoire Native Italia, ha parlato dell’importante piano di rilancio attivato per i brand del Gruppo che oggi è già stato finalizzato per Roger&Gallet mentre è in divenire per Lierac e Phyto. Il manager ha poi analizzato come gli Indie brand, oggi sempre più numerosi sul mercato, per crescere debbano trovare partner del settore. Inoltre, sul fronte dei mutati scenari distributivi, si è soffermato sul nuovo ruolo della farmacia che si pone come destinazione di shopping positivo e di bellezza. 

A chiudere la fase introduttiva della mattinata Andrea Scotti Calderini, Co-Founder e CEO Freeda che dopo aver tratteggiato la storia di questa start up digitale italiana di successo, oggi con sedi in 3 Paesi e una community di oltre 11 milioni di persone, ha analizzato le nuove tendenze del mondo digital. I brand devono imparare ad utilizzare i moltissimi dati di cui entrano in possesso per ottimizzare i processi di marketing, imparare ad ascoltare i consumatori e a gestire la costante evoluzione delle piattaforme. Per un Instagram che sta cambiando pelle e un TikTok che fa concorrenza alle piattaforme di intrattenimento come Netflix e Disney Plus, nascono infatti continuamente nuovi social come BeReal o GAS e le aziende devono saper sfruttare in modo adeguato le differenti funzioni di ciascuno. Un’altra tendenza, già partita con decisione in Cina, è quella del live streaming che oggi sta crescendo in USA e partendo in Europa.

Il Summit è quindi ripreso dopo il coffee break con l’intervista a Guido Alfani, General Manager Carbonsink & Head of Southern Europe, Climate Solutions, South Pole. Il manager ha condiviso con la platea alcuni dati sull’impatto climatico di un prodotto lungo la filiera ed ha mostrato come l’approvvigionamento delle materie prime e la fase di utilizzo del prodotto stesso siano quelle a impatto maggiore, rispettivamente per il 30% e il 59% del totale. Inoltre, il manager ha sottolineato l’importanza di agire in maniera trasparente e misurabile nel ridurre e compensare il proprio impatto ambientale per poter trasformare l’investimento necessario anche in una leva di business.

A seguire Giuseppe Ganassini, Amministratore Delegato Istituto Ganassini, ha presentato la storia di una realtà nata nel ‘35 con un heritage farmaceutico che, successivamente, si è evoluto nella cosmetica. Con alle spalle un 2022 chiuso con un giro d’affari che per la prima volta ha superato i 200 milioni e in crescita double digit sull’esercizio precedente, il gruppo oggi sta investendo in un nuovo hub produttivo a Settala per sostenere la propria espansione. Le filiali francese e inglese propongono la prima un brand lifestyle e la seconda una proposta dal taglio più medicale, di dermatologia green naturale. Entrambe ad oggi sono quasi due brand laboratorio, ma in futuro potranno costituire importanti leve di crescita.

Beyhan Figen, General Manager Sephora Italia, ha analizzato l’approccio distributivo molto specifico del nostro Paese. Le aperture in città anche di soli 100.000 abitanti, non avrebbero avuto senso, per esempio, in Turchia mentre in Italia funzionano. Anche il modo di gestire l’esposizione a scaffale dei prodotti beauty nel mercato italiano ha un approccio più lifestyle. La manager ha poi analizzato come un colosso distributivo come Sephora possa svolgere un ruolo importante nel talent scouting e lancio di nuovi brand affiancandoli ai grandi marchi. 

Michelle Hunziker, Co-Founder Goovi ha raccontato come sia nato il suo brand, che ha un approccio fondato su eco-sostenibilità, proprio della cultura svizzera già da tanti anni, e la cura/coccola delle donne, tema su cui lei è particolarmente attiva come dimostrato anche dalla Fondazione Onlus Doppia Difesa che ha creato insieme a Giulia Bongiorno. Goovi, che nasce da “Good vibes company” oggi ha Sodalis come partner industriale e Freeda come partner per marketing e comunicazione. L’obiettivo della start-up è di raggiungere i 250 milioni di euro entro 3-4 anni. 

Un ulteriore approfondimento e spunto di riflessione è scaturito dall’intervista con Simone Dominici, CEO Kiko. Il manager ha condiviso la case history del proprio Gruppo che, con un giro d’affari in crescita del 14% sul 2019 ed un piano industriale che punta al raddoppio del fatturato entro il 2027 per raggiungere così 1,25 miliardi, valuta certamente le diverse opportunità per allargare capitale, che sia la borsa o altre formule. Un altro tema fondamentale del piano di sviluppo è l’espansione territoriale, che ha visto l’apertura di 10 nuovi mercati solo nel 2022 portando così il Gruppo ad essere presente in 68 Paesi nel mondo. Un altro aspetto fondamentale nel piano di sviluppo è la trasformazione da makeup a global beauty brand. Oggi sono distribuiti anche presso catene che un tempo li consideravano competitor e stanno ampliando le proprie categorie di prodotti. 

A chiudere la vivace mattinata di interventi è stata infine l’intervista a Gianluca Toniolo, CEO Dolce&Gabbana Beauty. Creata come una legal entity totalmente indipendente dal

Fashion, Dolce&Gabbana Beauty ha sede a Miami ed è pienamente operativa da gennaio 2023. Dalla scadenza della precedente licenza a dicembre hanno strutturato l’azienda e creato una squadra che oggi conta circa 250 persone selezionate attraverso un approccio di networking per consentire una più rapida creazione di una filosofia e una cultura aziendale comuni. In questo anno di transizione, inoltre, hanno costruito le funzioni vitali della nuova azienda, preso accordi con i produttori italiani, trovato i nuovi partner distributivi. Nel corso del 2023 lanceranno due profumi femminili strategici, di cui uno a settembre con una celebrity internazionale che sarà l’emblema della nuova Dolce&Gabbana Beauty. Il makeup sarà invece rilanciato a partire da settembre. Dal punto di vista distributivo, l’e-commerce verrà gestito direttamente, sulla stessa piattaforma del fashion e si programma l’apertura di una trentina di spazi di 30/35 metri quadri interamente dedicati al beauty all’interno dei fashion store. L’obiettivo a 3 anni è quello di triplicare il fatturato passando da 1 a 3 miliardi.