L’evoluzione e il futuro della comunicazione - MEDIA KEY
Salta al contenuto
InterneTV Key

L’evoluzione e il futuro della comunicazione

Abbiamo intervistato Valerio Gallorini – Produttore Crossmediale –, autorevole testimone e protagonista delle varie fasi di questo cambiamento, che ci ha anche anticipato alcune novità editoriali che riguardano il Gruppo MEDIAKEY.

Come ha avuto inizio la sua avventura nel settore della radio e dei media?

Valerio Gallorini: La mia esperienza è nata in maniera del tutto casuale. Ha coinciso con la nascita del mondo della radiofonia negli anni ’70. Per chi viveva in quel periodo, la musica non si poteva ascoltare ovunque come avviene oggi e il discorso delle radio private aprì per la gioventù di quegli anni davvero un mondo. Per cui, essendo un ‘malato di musica’, restai subito affascinato da questa situazione. Dopo un paio di avventure in radio locali piccole, entrai in una delle radio più importanti di Milano che era Radio 105 e da lì ebbe inizio la mia carriera nel mondo dei media, perché non mi sono fermato soltanto nel mondo della radio ma sono entrato anche in quello della televisione insieme a Claudio Cecchetto, con il quale sono diventato socio per il progetto di Radio Deejay. Il passaggio successivo, nel mondo della televisione ad alto livello, avvenne con produzioni come Il Grande Fratello (seconda edizione) in qualità di Marketing Manager. Ho seguito tutto il passaggio da Telemontecarlo a La7 quando c’è stato il cambio di proprietà e mi sono occupato di tutto il cambiamento tecnologico e di format, sotto un certo punto di vista, lavorando per la Endemol in quel periodo, per poi arrivare ad altre esperienze nell’ambito di Tv locali e radio locali in Trentino, quando ero il Direttore Generale e l’Amministratore Delegato del Gruppo Editoriale RTTR. Dal 2019 sono entrato in BFC Media come Direttore del canale televisivo di Forbes e di Bike Channel.

Con l’arrivo di internet e delle nuove tecnologie come è cambiato il modo di comunicare e di trasmettere?

Valerio Gallorini: Dall’avvento di internet l’evoluzione è stata – ed è – costante. Dai primi anni 2000 abbiamo assistito a una maggiore diffusione ed evoluzione del web con la nascita dei primi social e, se pensiamo all’Intelligenza Artificiale che si sta implementando maggiormente in questo momento, vediamo che la tecnologia continua ad andare avanti. In particolar modo, le applicazioni legate al mondo dell’audio-video sono quelle che occupano maggiormente il panorama del mondo di internet perché tutta la fase testuale sta sparendo. Il video la fa da padrone al 90% sotto un certo punto di vista; una piccola parte è occupata dall’audio puro, mentre il testo sta ormai scomparendo. Per testo intendo un formato leggibile che sia word, pdf o l’immagine di un giornale. Il video, oggi come oggi, è il re assoluto di quello che è il mondo della comunicazione. La radio ha subito un po’ l’avvento di internet, nel senso che inizialmente è stato commesso un grandissimo errore: pensare che i social e internet potessero essere uno strumento da utilizzare a suo favore, senza rendersi conto che invece hanno promozionato un sistema che poi è diventato assolutamente concorrente e, anzi, ha superato e fatto diventare molto più importante il mondo di internet e i social, rispetto a quello della radio.

Qual è lo stato attuale del panorama radiofonico, in particolar modo in Italia?

Valerio Gallorini: Come fotografia è desolante il panorama, nel senso che quello della radio attuale è un mondo in declino. Non esistono format nuovi, non ci sono personaggi nuovi, nessuno fa il Direttore Artistico come può aver fatto Claudio Cecchetto nello scoprire quei personaggi che nel mondo della radio rappresentano dei punti di riferimento. Ancora oggi si viaggia con quelli che sono nati nella radio negli anni ’70 – ’80. Non vedo nuove leve. La radio ha commesso un altro errore, che è stato quello di andare a cercare negli influencer o nei personaggi youtuber, piuttosto che nel mondo dei social, qualcuno che potesse essere di riferimento nel suo mondo. Ma questo non è accaduto. Secondo me il mondo dell’audio dovrebbe essere rappresentato dalla qualità, con voci belle, interessanti, affascinanti. Gli influencer hanno portato per alcuni versi una certa superficialità, a discapito della qualità e delle potenzialità che ha sempre avuto la radio. Attualmente non c’è innovazione, non c’è futuro per i giovani in particolare. Loro ascoltano podcast, certo non la radio.

La radio ha dunque subito una flessione con l’avvento dei podcast?

Valerio Gallorini: Le indagini dicono che il pubblico è sempre lo stesso, la flessione però è abbastanza lampante. I giovani non ascoltano la radio più che altro perché non esiste un prodotto per loro. Quando nacque Radio Deejay, ritenevamo che non esistesse un prodotto per i giovani. Già negli anni ’80 vedevamo che la radio stava andando verso un pubblico adulto, quindi con Claudio decidemmo di creare una radio per i giovani. Il successo di Radio Deejay fu proprio quello, perché si fece un format utilizzando un genere musicale che non era usato dalle altre emittenti. Oggi come oggi manca questo tipo di prodotto che per certi versi viene offerto nei podcast o in contenuti fatti con i podcast e non con la radio.

Possiamo quindi dire che i podcast sono un punto intermedio nell’evoluzione della radio, nata come mondo di connessione emotiva che si è appiattito a livello di contenuti…

Valerio Gallorini: Assolutamente, più che altro perché si vuole continuamente intrattenere. L’entertainment (come lo chiamano gli americani) lo devono fare i professionisti, anche perché per tre ore di programma occorre avere cose da dire interessanti, indipendentemente dal fatto che il potenziale fruitore abbia poi il tempo di ascoltare la radio tre ore o due. Come diceva una volta Cecchetto: “Se non hai niente da dire di interessante, non dire niente, non parlare, lascia andare la musica”. Ecco che allora preferisco decisamente i podcast, perché faccio una scelta. Se mi piace quel genere ascolto quei podcast dove trovo di tutto e di più. Io, in questo momento, sono docente all’Università degli interpreti e dei traduttori Spinelli, la scuola civica a Milano, e tengo un corso che si chiama ‘Gestione di progetto’ che riguarda la creazione di un podcast. Ho una classe di ventiquattro studenti, suddivisi in quattro gruppi.

Ogni gruppo ha prodotto un podcast che pubblichiamo su Spreaker e devo dire che, per essere un primo esperimento per loro, è abbastanza riuscito. Sono giovani di 24/25 anni, non lo avevano mai fatto nella loro vita. È un progetto che rientra nell’ambito della loro educazione scolastica, per cui abbiamo fatto qualcosa legato al mondo delle lingue e abbiamo avuto un buon risultato. Loro hanno accettato di farlo e si sono divertiti, innanzitutto, perché sono già abituati ad ascoltare i podcast per cui sapevano di che cosa stessimo parlando. Se avessi chiesto di gestire un progetto nella creazione di un format radiofonico, secondo me, li avrei messi in crisi.

Parlando delle nuove tendenze: streaming, Realtà Virtuale e Aumentata, Intelligenza Artificiale. Che ruolo avranno e quali vantaggi offriranno in ambito radiofonico?

Valerio Gallorini: Se gli editori riusciranno a cambiare il registro e sapranno affrontare e utilizzare bene le novità che il mondo tecnologico mette a disposizione, potranno interagire tranquillamente sotto questo punto di vista. Però alla base ci deve essere sempre o un Direttore Artistico o qualcuno che sappia mettere a frutto queste cose. La tecnologia va gestita, va dominata, per cui la devi prendere e saper utilizzare e capire quali sono le applicazioni che puoi dare al tuo mondo, al tuo media. In questo modo, essa diventa una grande opportunità. In questo momento opero in un’azienda dove è nata Engine, radio che parla solo di motori ed è realizzata all’80% con Intelligenza Artificiale; nessuno se ne accorge, talmente è alta la qualità. Si utilizza Open AI nella versione a pagamento, che si avvale di plugin professionali. L’applicazione che stiamo vedendo è una radio in evoluzione costante, anche perché si amplia giorno dopo giorno la tecnologia il che ti permette di fare sempre più cose interessanti, utilizzando l’audio, logicamente, e il testo. Per cui si può trasformare il text to speech e fare cose di questo tipo per creare jingle e produrre anche dei dischi. Noi abbiamo provato a far fare all’Intelligenza Artificiale anche dei brani musicali che possono diventare dei jingle e i risultati sono incredibili. Fossi oggi un editore con una radio o un network a mia disposizione, aprirei una divisione in cui mettere dei giovani che sappiano utilizzare questi strumenti e che sperimentalmente mi tirino fuori idee e proposte in continuazione, perché è così, devi creare un laboratorio, un lab dove sperimentare le nuove tecnologie per vedere fino a che punto puoi utilizzarle per il tuo mezzo e poi buttarle in onda.

Come sarà invece il futuro della televisione?

Valerio Gallorini: ll futuro della televisione in Italia è in continuo movimento e determinato, come per la radio, dai cambiamenti tecnologici, delle preferenze dei consumatori e delle dinamiche del mercato dei media. Il televisore è diventato uno dei terminali multimediali della casa, insieme al Pc, al tablet e allo smartphone. In ogni famiglia si guardano contenuti differenti in momenti e dispositivi diversi nell’arco della giornata. La regola oggi è ‘guardo quando, come e dove voglio’. Lo streaming Video on Demand (VoD) sta completamente cambiando le nostre abitudini. L’aumento della connettività internet ad alta velocità permette che sempre più persone abbraccino servizi di streaming e piattaforme VoD come Netflix, Amazon Prime Video e Disney+. Detta tendenza sta portando a una maggiore domanda di contenuti televisivi accessibili in qualsiasi momento e su qualunque dispositivo. Per questo motivo vince chi potrà investire maggiormente in contenuti originali. La convergenza tra Tv e internet è ormai un fatto acquisito; le smart Tv hanno superato il 50% degli apparecchi. Le ricerche 2023 ci consegnano questi dati: oggi nelle case degli italiani ci sono complessivamente 21 milioni di smart Tv e 20 milioni e mezzo di Tv tradizionali. 14 milioni e 800mila famiglie, il 60,3% del totale, hanno in casa almeno una smart Tv; di queste, 3 milioni e 900mila ne hanno due e 1 milione e 100mila ne hanno tre o più. La linea tra televisione tradizionale e contenuti online potrebbe continuare a sfumare, con sempre più persone che guardano la Tv tramite internet utilizzando anche console di gioco e dispositivi di streaming alternativi. Dopo le tecnologie interattive che consentono al pubblico di partecipare a sondaggi in tempo reale, votare per il destino dei personaggi e persino influenzare lo sviluppo delle trame, avremo in futuro esperienze immersive attraverso le nuove tecnologie emergenti come la Realtà Virtuale e Aumentata, il che sta trasformando la televisione da un’esperienza passiva a una più interattiva e partecipativa.

Per concludere, ci racconta qualcosa delle novità editoriali che riguardano le nostre testate del Gruppo MEDIAKEY, guidato dal nuovo Editore Denis Masetti?

Valerio Gallorini: Il nuovo progetto prevede di aumentare l’offerta che oggi viene fatta dalla rivista e dal sito, con attività che riguardano il digitale.

Un’offerta che è già in corso di realizzazione e prevede una produzione regolare di contenuti esclusivi (podcast, videocast, interviste a vari personaggi e protagonisti delle aziende del mondo della comunicazione) che possano essere divulgati in maniera più tecnologicamente attuale, sia attraverso il sito, che sarà completamente rinnovato, sia tramite i social. Nascerà anche una serie di rubriche, che partiranno a breve, che affronteranno vari ambiti e argomenti legati al mondo dei media, dell’audio e del video. Ai clienti, alle agenzie, verranno messe a disposizione più vetrine per incrementare la possibilità di divulgazione dei loro progetti, utilizzando le nuove tecnologie. E, perché no, Mediakey Radio?