L’Osservatorio linguaggio consapevole e inclusivo al Festival dell’economia di genere - Media Key
Salta al contenuto
EsterneEthical businessEventi e sponsorship

L’Osservatorio linguaggio consapevole e inclusivo al Festival dell’economia di genere

“L’Osservatorio linguaggio consapevole e inclusivo nasce per definire consigli per un buon utilizzo del linguaggio e coordinare iniziative di sensibilizzazione e formazione su tutto il territorio nazionale. Un motore di ricerca basato sull’intelligenza artificiale permetterà di individuare fonti, dati e tematiche rilevanti, per risolvere dubbi del linguaggio e approfondire la conoscenza”. 

Lo ha detto Marco Di Marcofondatore dell’Osservatorio, al Festival dell’economia di genere 2025, che si è svolto nei giorni scorsi a Roma. 

Una comunicazione inclusiva

L’Osservatorio linguaggio consapevole e inclusivo nasce da un’idea di Take Group e conta su un Comitato Scientifico che coordina l’attività, composto da un gruppo di persone diverse per esperienze e competenze provenienti da realtà trasversali, specializzate e impegnate nelle tematiche del linguaggio inclusivo. Ne fanno parte professioniste e professionisti, rappresentanti del mondo accademico, di imprese, istituzioni e associazioni. 

L’obiettivo è offrire un’ampia pluralità di prospettive con una visione completa e ricca dei temi legati alla comunicazione inclusiva. L’Osservatorio adotta un approccio bidirezionale con il pubblico esterno e favorisce lo scambio di suggerimenti per arricchire il bagaglio di conoscenze e migliorare costantemente le attività. 

Gli ambiti di studio e indagine sui quali si concentra sono la disabilità e la salute mentale e fisica, la parità di genere e la condizione della donna, la diversità sessuale, l’ageismo, la migrazione, la diversità etnica, la diversità dal punto di vista sociale, economico, culturale e religioso. 

All’interno di questi ambiti vengono mappate e monitorate tutte le attività svolte dai diversi attori coinvolti, tra cui aziende, pubblica amministrazione, organizzazioni governative ed enti politici, fondazioni, associazioni, enti non governativi e istituzioni religiose, media ed editoria, opinione pubblica, sport e cultura, mondo accademico. 

Verso una società più equa e rispettosa

“Crediamo molto in questa iniziativa perché desideriamo un futuro in cui la comunicazione sia uno strumento di inclusione e crescita, dove la lingua italiana sia aperta e proiettata all’accoglienza, in grado di valorizzare le diversità e dare voce a una società più equa e rispettosa – ha detto Di Marco – L’Osservatorio vuole accendere una riflessione collettiva sull’importanza delle parole per stimolare un dibattito sul linguaggio inclusivo e individuare i cambiamenti e le possibili soluzioni”. 

Gli ostacoli da superare

Diversi sono stati gli interventi al Festival dell’economia di genere. Elisabetta Migliorelli, presidente di Oltre e vicedirettrice del TG2 Rai, ha spiegato come sia possibile realizzare alleanze concrete tra mondi diversi per dare più voce alle donne.

Secondo Carola Salvato, presidente di Gwpr Italia, la leadership femminile è ancora ostacolata da barriere invisibili e sono necessari role model concreti per alimentare una cultura del possibile.

“Le aziende devono essere consapevoli della responsabilità e del rischio di irresponsabilità nella comunicazione sia all’interno sia all’esterno”, ha spiegato Andrea Cornelli, vicepresidente di Una – Aziende della Comunicazione Unite, mentre Paola Ferazzoli, presidente di Giornaliste italiane e inviata della Rai, ha sottolineato quanto incidono in modo negativo gli stereotipi nella narrazione quotidiana e politica. 

Per Daniela Bianchi, segretaria nazionale della Ferpi (Federazione relazioni pubbliche italiane), la comunicazione oggi è fondamentale anche per la trasformazione culturale in essere con l’avvento dell’intelligenza artificiale. 

“È importante istituzionalizzare il tema dell’inclusione – ha concluso Rita Palumbo, vicepresidente di Manageritalia Executive Professional – L’obiettivo è farlo diventare parte integrante della cultura del Sistema Paese”.